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Evaso Johnny lo zingaro: caccia all'uomo finora infruttuosa

Evaso Johnny lo zingaro: caccia all'uomo finora infruttuosa

Da 48 ore Mastini è uccel di bosco, allertati porti e aeroporti

SASSARI, 08 settembre 2020, 11:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La fuga di Giuseppe Mastini, noto Jhonny lo zingaro, sta animando lo scontro politico, aizzato da chi chiede che si rivedano le regole sui permessi premio per i responsabili di determinati reati. Ma la vicenda riaccende soprattutto lo scontro tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il Tribunale di sorveglianza di Sassari, col Guardasigilli che ha affidato all'Ispettorato generale del Ministero degli accertamenti preliminari sull'evasione dello "zingaro", per verificare la correttezza dell'iter seguito dai giudici sassaresi. Dal febbraio 2019 sono stati 13 i permessi premio autorizzati dal Tribunale all'ergastolo: praticamente uno al mese, ad eccezione del periodo di lockdown causa Covid.

È lo stesso Tribunale di sorveglianza che in aprile concesse i domiciliari a Pasquale Zagaria, boss affiliato al clan dei casalesi, per ragioni di salute. Anche allora Bonafede attivò l'Ispettorato, individuando tramite il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una struttura detentiva adatta alle visite specialistiche e chiedendo che Zagaria tornasse in carcere. E' di questi giorni il parere contrario della procura distrettuale di Napoli alla proroga degli arresti domiciliari del boss.

Ma, nonostante questo, non rientrerà in carcere. Sarà, infatti, la Corte Costituzionale a decidere il suo ritorno dietro le sbarre dopo che il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha sollevato una eccezione di illegittimità del decreto (29/2020), varato dal governo per frenare la scarcerazione di malavitosi durante la pandemia. I giudici avevano accolto la questione avanzata dai legali di Zagaria, che sostengono l'incostituzionalità del decreto Bonafede perché limiterebbe l'autonomia e l'indipendenza dei giudici, riducendo il loro potere di valutazione in merito alla decisione di revocare i domiciliari e perché realizzerebbe un'illegittima ingerenza del potere esecutivo-legislativo in quello giurisdizionale.

IMPONENTE CACCIA ALL''UOMO - Sono trascorse più di 48 ore da quando Johnny lo Zingaro,60 anni, è evaso dal carcere di massima sicurezza di Bancali, a Sassari, ma di lui non c'è alcuna traccia. Alla sua ricerca sono impegnate tutte le forze dell'ordine già da sabato scorso, quando è stata diramata la nota del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che segnalava il suo mancato rientro, fissato per le 12.20 di quello stesso giorno, da un permesso premio alla casa famiglia "Don Giovanni Muntoni" gestita dai salesiani a San Giorgio, una borgata di Sassari.

Oltre alla questura e alle stazioni dei carabinieri di Sassari, Porto Torres, Alghero e Olbia, dove si trovano i principali porti e aeroporti del Nord Sardegna, è stata allertata anche la polizia di frontiera degli scali di Alghero, Olbia e Cagliari, nonché quella dei porti di Palau, Olbia e Cagliari. Lo "zingaro", il cui soprannome è legato alle sue origini sinti, era rinchiuso da luglio del 2017 nel carcere sassarese, dopo la precedente evasione avvenuta il 30 giugno di quell'anno dal penitenziario di Fasano, in provincia di Cuneo.

Anche in quella circostanza era uscito, godendo del regime di semilibertà, e non aveva fatto più rientro. Mastini ha alle spalle una lunga scia di sangue dalla fine degli anni Settanta. Il suo primo omicidio risale a quando aveva solo undici anni. Era stato coinvolto anche nell'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Negli anni Ottanta aveva seminato il terrore a Roma. La sua prima evasione risale al 1987 quando, approfittando di una licenza premio, non rientrò in carcere e si rese protagonista di numerosi fatti criminali: furti, rapine, ma anche il sequestro di una ragazza, Silvia Leonardi, l'omicidio della guardia giurata Michele Giraldi e il ferimento di un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Fu catturato due anni dopo. È considerato socialmente pericoloso.

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