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Confartigianato, 100 imprese del benessere verso stop

Confartigianato, 100 imprese del benessere verso stop

"Burocrazia e incertezze affossano settore, Regione intervenga"

06 maggio 2020, 15:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Norme, burocrazia e incertezze affossano il settore del benessere in Sardegna. E c'è il caso di dermopigmentisti (che si occupano di trucco permanente e cura delle sopracciglia, degli occhi e della bocca) e barbieri: "oltre 100 imprese che potrebbero non riaprire a causa dell'ordinanza regionale", denuncia Confartigianato Sardegna che scrive a Solinas e ai Prefetti. "Usano già tutte le precauzioni: perché fermarle ulteriormente?".

Da una parte ci sono i decreti, le ordinanze regionali e quelle comunali, le leggi, le norme sanitarie, i regolamenti, le indicazioni e le interpretazioni. Poi ci sono le date della tanto auspicata riapertura: lontane, vicine, anticipate, posticipate, diverse da comune a comune o da Città Metropolitana a paesi confinanti.

"Certamente non aiuta avere a che fare con disposizioni, nazionali, regionali e comunali, che nella maggior parte si accavallano o contraddicono e che sembrano scritte per creare problemi alle aziende e ai dipendenti - commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna - avevamo auspicato un taglio della burocrazia e delle norme ma assistiamo, increduli, al loro aumento e alla moltiplicazione di regole che mettono in difficoltà anche cittadini e clienti".

"Ogni giorno, da parte di questi artigiani, sempre più disperati - continuano Matzutzi e Serra - riceviamo decine di telefonate e mail con richieste di chiarimenti sulle normative di sicurezza e sulle date di ripartenza dei saloni". Secondo Confartigianato, per effetto dell'Ordinanza n. 20 del 2 maggio scorso, emanata dal Presidente della Regione, questi professionisti sarebbero, in pratica, al momento esclusi da ogni possibilità di riapertura, anche da quella prevista per le attività di benessere alla persona per il giorno 11 maggio.

"L'articolo 21, di fatto, limita fortemente l'attività delle imprese se non, addirittura, ne impedisce totalmente ripartenza - commentano Presidente e Segretario - dobbiamo però ricordare che, per la tipologia di servizio offerto, tali operatori già prima dell'emergenza sanitaria Covid-19 usavano particolari precauzioni e dispositivi a tutela propria e dell'utenza, e che possono ora con ulteriori accorgimenti, migliorare le pratiche e le disposizioni di sicurezza. Non capiamo questa ulteriore restrizione al loro operare".
   

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