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Riprendono scavi in grotta di Acquacadda

Riprendono scavi in grotta di Acquacadda

Ricercatori sulle tracce della Sardegna prenuragica

CAGLIARI, 31 agosto 2019, 18:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nuove ricerche e scavi dell'Università di Cagliari nella grotta di Acquacadda a Nuxis, nel Sulcis, per conoscere la storia della Sardegna prenuragica.
    Con particolare attenzione al Dna, alla dieta delle popolazioni di quattro-cinquemila anni fa e alle cause di morte degli antichi abitanti dell'Isola. Focus anche sull'estrazione dei metalli e sulle attività metallurgiche che le popolazioni dell'età del Rame e poi del Bronzo effettuarono a partire dall'inizio del III millennio a.C.
    L'obiettivo principale delle indagini di scavo sarà quello di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (prima età del Bronzo), e capire quale ruolo quest'ultima abbia avuto nella formazione della successiva civiltà nuragica. Il via è previsto per lunedì 2 settembre: a dirigere l'intervento sarà Riccardo Cicilloni, docente e ricercatore di Preistoria e Protostoria, in collaborazione con Elisabetta Marini, del dipartimento di Scienze della vita e dell'Ambiente. Lo scavo si svolgerà per tutto il mese di settembre ed è stato reso possibile grazie alla concessione da parte del Mibac. L'importante sito preistorico della grotta di Acquacadda (o Grotta de Su Montixeddu), frequentato a scopo funerario almeno dall'età del Rame, è già noto in letteratura dagli anni Sessanta. "La possibilità di riprendere le indagini archeologiche nella Grotta di Acquacadda ha da subito entusiasmato me e il mio team di collaboratori - racconta Cicilloni - L'unione di intenti tra noi, l'amministrazione e lo Speleo Club è stata importante per impostare un lavoro scientifico all'avanguardia e soprattutto duraturo".
    Alla ricerca archeologica sul campo si alterneranno una serie di attività di tipo divulgativo, a cui prenderanno parte studiosi provenienti da più parti d'Europa. Ci sarà anche un team di circa 30 studenti di diversi atenei: oltre a Cagliari, Bologna, Granada, Barcellona e Melbourne, coordinati dagli archeologi Marco Cabras e Federico Porcedda. Sui reperti che verranno rinvenuti saranno immediatamente portate avanti analisi di laboratorio.
   

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