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Latte, proteste dei pastori: No ai 72 centesimi al litro

Videomessaggi e latte buttato a terra fanno il giro delle chat

Violata in poco più di 12 ore la tregua siglata ieri nelle prove di intesa tra industriali e pastori nella vertenza sul crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna. Stamattina nuovo blitz ad una cisterna che trasportava il latte a Cuglieri (Oristano). Migliaia di litri sono finiti sull'asfalto. Secondo quanto apprende l'ANSA l'autista sarebbe stato fermato e costretto ad aprire il rubinetto. Il video del latte buttato in strada sta facendo il giro delle chat.

Sembra già naufragare la bozza di intesa sui 72 centesimi al litro per remunerare i pastori per il conferimento del latte ovino nei primi mesi della stagione lattiero-casearia. La proposta messa sul tavolo di filiera con il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio non piace ai pastori che nelle campagne continuano a gettare il latte a terra, piuttosto che venderlo per la trasformazione in Pecorino romano, il formaggio da grattugia che determina il prezzo del prodotto munto dalle pecore. Sulle chat e sui social, da questa mattina continuano a girare video e il leit-motiv è sempre lo stesso: "No all'accordo, la battaglia prosegue". C'è comunque attesa per l'esito della consultazione nelle campagne e nei presidi davanti ai caseifici, che determinerà la decisione sulla proposta di accordo. Nel frattempo continuano le iniziative di solidarietà alla lotta dei pastori: oggi a Siddi, nel Sud Sardegna, il Museo delle Tradizioni Agroalimentari ospita l'iniziativa "facciamo il latte con i pastori".

"I 72 centesimi al litro (come acconto) sono un ulteriore passo in avanti per risolvere il problema del latte di pecora. È un'ottima notizia. Possiamo dire di aver iniziato un nuovo percorso, insieme a pastori sardi e industriali, con un governo che non ha usato la repressione ma il dialogo e il buonsenso. Complimenti anche al ministro Centinaio. Continuiamo a lavorare per chiudere l'intesa. E da domani sarò personalmente in Sardegna". Lo dice il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Non abbiamo preso ancora una decisione, ma vedremo tutti insieme cosa fare: bisognerà fare un'analisi, questo è un gruppo spontaneo. Certo così non si può andare avanti: noi abbiamo buttato in questi giorni 15 milioni di lavoro". Lo ha detto uno dei rappresentanti dei pastori, Gianuario Falchi, al termine del vertice. "Quella di oggi è una bozza - ha continuato - sarà la gente a decidere. Loro dicono che più di così non si poteva fare, ci hanno chiesto di firmare subito. Ma noi vedremo il da farsi. Non sono soddisfatto del prezzo. Ma sono fiducioso, secondo me si potrà arrivare all'euro. Ci sono anche paletti per il futuro". Stop ai presidi? "Non lo sappiamo - ha detto - molti pastori non li conosciamo. Ci è stato detto che da lunedì non ci sarà più tolleranza. Ma fuori c'è gente molto civile: i danni fatti, che condanno, sono stati pochissimi, molto meno dei danni che hanno subito i pastori", ha concluso Falchi.

L'appello alla calma lanciato dai pastori presenti al tavolo di filiera al Viminale. 

 

   

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