Una serata dedicata a Stravinsky, Berg e Cajkovskij con un'ottima esecuzione dell'Orchestra del Teatro Lirico sotto la direzione del maestro Marco Angius.
Successo ieri sera al Lirico di Cagliari per il sesto appuntamento con la Stagione concertistica. Il pubblico ha accolto con prolungati applausi il debutto sul podio del teatro cagliaritano di Angius, fama internazionale e origini sarde (il nonno era di Bonorva).
Il maestro, tra i maggiori interpreti del repertorio contemporaneo, ha accompagnato un pubblico attento in un affascinante percorso dal primo Novecento a ritroso nel tempo, in un itinerario musicale dalla Russia all'Austria e ritorno.
Il pubblico si è fatto condurre tra le atmosfere create dagli archi, protagonisti di due lavori molto importanti della primavera del 900: L'Apollon Musagète di Igor Stravinsky, i Tre pezzi dalla Lyrische Suite di Alban Berg. La serata si è chiusa con la Suite n.4 in Sol maggiore "Mozartiana" op. 61 di Cajkovskij. Un gioco di specchi e compresenze fra autori quasi a far da filo rosso al programma scelto per la serata.
"Se Stravinsky reinventa il passato e fa rivivere nell'Apollon Musagète la musica di Bach, il modello di Berg é Mahler, la suite di pezzi pianistici mozartiani vengono riorchestrati e reinventati secondo la cifra stilistica e compositiva di Cajkovskij - ha detto all'ANSA Marco Angius spiegando che "quando un compositore risponde ad un altro compositore del passato ricerca e ritrova sé stesso. C'è sempre stato nei secoli il tentativo di capire e interpretare il passato, ma sostanzialmente di tradirlo e reinventarlo secondo codici e linguaggi del presente. L'aspetto interessante e per certi versi ambiguo è che la musica di un autore trasferita nelle mani di un altro crea una duplicità che resta sospesa, in quanto abbiamo una compresenza di più autori su uno stesso pezzo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA