Ne bastavano diecimila per indire la consultazione e ad oggi ne sono state raccolte circa settantamila. Sinora hanno inviato i moduli con le firme solo 77 Comuni su 377, quindi non è azzardato prevedere che il numero finale possa sfiorare le centomila. Non lo esclude Roberto Frongia, il presidente del Comitato promotore del referendum per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione. "E' un risultato incredibile - dichiara all'ANSA - ha un peso importante, significa che i sardi hanno interpretato nel modo corretto il messaggio che abbiamo voluto lanciare: hanno firmato perché si tratta di una battaglia non di parte, ma di tutta una regione". La prima firma è stata apposta poco più di tre mesi fa, il 14 settembre, in piazza Martiri, dove ieri il movimento referendario ha deciso di chiudere ufficialmente la raccolta.
Adesso il Comitato invita i Comuni che ancora non l'hanno fatto a inviare i moduli con le sottoscrizioni. La data scelta per il deposito in Corte d'appello è il 27 dicembre, "una data dal forte valore simbolico - spiega Frongia - considerato che ricorre il 70mo anniversario della promulgazione della Costituzione repubblicana, che è stata anche pubblicata il giorno stesso sulla Gazzetta Ufficiale". Il leader referendario ricorda il carattere trasversale di tutta l'iniziativa, partita da un'idea dei Riformatori e subito condivisa da sindaci e amministratori locali, poi supportata da un Comitato scientifico composto da personalità "di grande valore" in diverse discipline, fino ad allargarsi a tutti i settori della società sarda.
"Accanto a uomini politici di diversa appartenenza si sono mobilitati esponenti del sindacato, uomini e donne del mondo della cultura e dell'università, artisti, sportivi, le associazioni imprenditoriali. Ma soprattutto - precisa Frongia - si sono mobilitati centinaia di volontari e migliaia di cittadini che hanno fatto propria una grande battaglia di civiltà". E adesso? "Il referendum potrebbe tenersi già in primavera", annuncia il presidente del Comitato.
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