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Anche radiotelescopio sardo cattura onde

Anche radiotelescopio sardo cattura onde

Strumento San Basilio in azione dopo il VLA americano

CAGLIARI, 16 ottobre 2017, 17:37

Redazione ANSA

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Anche la Sardegna protagonista della "cattura" delle onde gravitazionali e elettromagnetiche con il Sardinia radio telescope (Srt) di San Basilio, il grande radio telescopio dell'Inaf, istituto nazionale di astrofisica. L'epocale scoperta, quella contemporanea osservazione di onde emesse da uno stesso evento che gli astronomi aspettavano da un secolo, è stata resa possibile anche grazie all'attività del telescopio sardo puntato su NGC 4993, una galassia ellittica che si trova nella costellazione dell'Idra, il 7, 8, 9, 19 e 22 settembre 2017.

Lo strumento di San Basilio è entrato in azione subito dopo che il radiotelescopio americano VLA (Very Large Array) aveva annunciato l'osservazione di una emissione radio proveniente dalla regione di cielo ove ha avuto luogo l'evento. Con queste osservazioni, il Sardinia radio telescope ha compiuto un passo avanti ulteriore nella sua "carriera" scientifica, entrando nella ristretta cerchia degli strumenti mondiali qualificati per svolgere un ruolo importante nella innovativa astrofisica multi-messaggero, che promette di sondare il cosmo e le leggi fisiche che lo regolano con una profondità senza eguali.

NUOVA ERA PER L'ASTRONOMIA - Da oggi l'astronomia non è più la stessa: una rivoluzione come quella di Galileo quando puntò il cannocchiale verso il cielo. E' stato infatti catturato il segnale generato dalla fusione di due stelle di neutroni, così dense da costituire uno stato estremo della materia. Lo hanno ascoltato e visto i rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo e 70 telescopi da Terra e spaziali, con una cascata di scoperte. L'annuncio in contemporanea in Italia, Europa e Usa.

Ruolo cruciale dell'Italia con Infn, Inaf e Asi. I risultati, presentati a Roma alla presenza del ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca Varia Fedeli, sono pubblicati su numerose riviste internazionali, fra le quali Physical Review Letters, Nature e Science, e segnano un passo in avanti epocale nella storia dell'astronomia. E' infatti la prima volta che un evento cosmico viene osservato sia con le onde gravitazionali sia con quelle elettromagnetiche, aprendo l'era dell'astronomia multimessaggero che, sfruttando contemporaneamente segnali diversi, trasforma il modo di vedere e ascoltare l'universo.

Per la prima volta, infatti, ci sono gli strumenti per ascoltare contemporaneamente segnali cosmici molto diversi, come le onde gravitazionali, quelli ottici, i raggi X e l'ultravioletto. L'Infn ha contribuito a questi risultati con il rivelatore di onde gravitazionali Virgo, che fa capo all'Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego) e si trova in Italia, a Cascina (Pisa). Insieme ai due strumenti del rivelatore americano Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), Virgo ha permesso di capire da dove proveniva il segnale dell'onda gravitazionale.

L'Inaf, con la sua rete di telescopi basati a Terra e nello spazio, è stato fra i primi al mondo a 'fotografare', riconoscere e descrivere la sorgente del segnale e l'Asi ha contribuito alle osservazioni grazie ai telescopi spaziali dedicati allo studio dei fenomeni più ricchi di energia dell'universo, come le emissioni di lampi gamma. Fra i telescopi a Terra che hanno contribuito alla ricerca ci sono Rem, Vst e Vlt, i telescopi spaziali sono Fermi e Integral, Swift, Chandra e Hubble.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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