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Trivelle: Sardegna dice sì a referendum

Trivelle: Sardegna dice sì a referendum

Passano in Aula mozioni per stop ricerca-estrazione idrocarburi

CAGLIARI, 24 settembre 2015, 09:53

Redazione ANSA

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Stop trivelle, Sardegna dice sì a referendum - RIPRODUZIONE RISERVATA

Stop trivelle, Sardegna dice sì a referendum - RIPRODUZIONE RISERVATA
Stop trivelle, Sardegna dice sì a referendum - RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche il Consiglio regionale della Sardegna ha deliberato la richiesta di referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni e gli espropri a scopo di prospezione per la ricerca ed estrazione di idrocarburi nel sottosuolo o in mare. Due le mozioni approvate dall'assemblea sarda: quella che riguarda l'articolo 38 dello 'Sblocca Italia' è passata con 53 voti favorevoli e uno contrario, quello dell'esponente del Pd Gavino Manca del Pd; la seconda mozione, invece, riferita all'articolo 35 del decreto Sviluppo, è stata varata all'unanimità. Sarà il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau a presentare ufficialmente la richiesta di referendum agli organi preposti.
   

Tra gli interventi in Aula, Stefano Tunis (Fi), ha chiarito il suo voto favorevole. "Cosa ha bloccato spesso l'economia in Italia? Il fatto che qualunque buona iniziativa economica potesse essere presa in considerazione, veniva costantemente bloccata dal principio che va tutto bene, purché non sia nel giardino di casa mia. Non sono un appassionato del referendum come strumento - ha precisato - ma in questa circostanza è l'unico strumento che possiamo utilizzare purchè non sia data un'indicazione di merito ma solamente un'indicazione di metodo".

Unico voto contrario, in dissenso dal gruppo e dall'intera maggioranza, quello dell'esponente del Pd Gavino Manca. "Ritengo che il governo nazionale abbia ampiamente dimostrato nei fatti attenzione e rispetto per la Sardegna e le sue prerogative autonomistiche - ha spiegato motivando il suo no - A suo tempo, infatti, è stata introdotta la clausola di salvaguardia che unita alle disposizioni della legge regionale 20 del 1959 in materia di ricerca di idrocarburi, fa salve le competenze speciali della Regione in materia di valutazione di impatto ambientale". "Pertanto trovo paradossale e per certi versi assurdo che la maggioranza di centrosinistra in Regione presti il fianco al cinico calcolo politico delle opposizioni che punta a rompere il clima di collaborazione e fiducia da tempo istauratosi tra la Giunta Pigliaru e il governo Renzi. Giudico inoltre strumentale - ha sottolineato ancora Manca - chiamare i cittadini sardi a pronunciarsi su un tema sul quale chi ha la responsabilità del governo deve dimostrare piena consapevolezza e piena responsabilità politica delle scelte e delle decisioni".

CON SI' SARDEGNA STRADA SPIANATA A REFERENDUM - Con il voto espresso oggi dalla Sardegna, è tutta in discesa la strada, alternativa alla raccolta di firme, per l'indizione dei referendum nazionali contro le trivellazioni per la ricerca e l'estrazione di idrocarburi nel sottosuolo e in mare con impianti off-shore. Il sì alla consultazione arrivato dal Consiglio regionale dell'Isola ha infatti consentito di raggiungere il limiti fissato dalla Costituzione per la richiesta di referendum. Per l'abrogazione di alcuni parti dell'articolo 38 dello Sblocca Italia e dell'articolo 38 del decreto Sviluppo si erano già espresse le assemblee legislative della Basilicata, Marche, Molise e Puglia. L'obiettivo dei referendum è riportare nelle competenze delle Regioni tutto l'iter autorizzativo su scelte che interessano direttamente l'ambiente e la vita dei cittadini.

Attualmente sono state raccolte 37 mila firme in tutta Italia, 8.000 solo in Sardegna, consegnate ieri al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau - presenti il governatore Francesco Pigliaru e l'assessore all'Ambiente Donatella Spano - dai delegati di "Mare Vivo Sardegna" in rappresentanza anche delle altre associazioni ambientaliste "No Triv". "Il 30 settembre - ha annunciato Ganau commentando il via libera di oggi dell'Aula - depositeremo i quesiti referendari presso l'Ufficio centrale della Corte di Cassazione insieme alle altre Regioni che come la Sardegna hanno sottoposto alle rispettive assemblee elettive il ricorso al referendum, così come stabilito all'unanimità lo scorso 11 settembre dall'Assemblea plenaria della conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. L'obiettivo - sottolinea il numero uno dell'Assemblea sarda - è quello di riaprire un confronto e una trattativa con lo Stato per una rivisitazione di alcune delle norme contenute nello Sblocca Italia e nel Decreto Sviluppo, norme che di fatto andrebbero ad accentrare a livello statale scelte e decisioni che sono proprie delle comunità regionali, esercitando così sino in fondo il ruolo istituzionale delle assemblee legislative".

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