Molta acqua in Sardegna. Ma poco
valorizzata. È il messaggio che l'ordine dei geologi lancerà
domani nel corso del convegno organizzato a Cagliari, al
dipartimento di Scienze geologiche, sulla "Valutazione e
vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee".
Il concetto è chiaro. L'acqua c'è ma non si vede: in alcune
zone dell'Isola sono presenti grandi quantità di risorse
idrogeologiche. "Se a livello nazionale le acque sotterranee
costituiscono la principale risorsa per l'uso potabile, in
Sardegna - sottolinea Davide Boneddu, presidente dei geologi
sardi - la situazione è invertita essendo circa l'80% delle
risorse idriche per usi civici garantita dalle acque
superficiali immagazzinate nei bacini artificiali. Il sistema di
approvvigionamento, costituito appunto da 57 bacini artificiali,
potrebbe essere supportato in modo più incisivo con il
contributo delle acque sotterranee".
Giorgio Ghiglieri, docente di idrogeologia a Cagliari,
ribadisce il concetto. "Il quadro generale relativo alle
conoscenze sulle acque sotterranee - dice l'esperto - è ancora
oggi non esaustivo, con gravi carenze di informazioni relative
alle caratteristiche idrogeologiche, alla geometria ed alle
potenzialità degli acquiferi ed all'entità dei prelievi".
Francesco Murgia, geologo funzionario della Provincia di Nuoro,
cita il caso emblematico di Fruncu 'e Oche, a Siniscola. "Nel
2011 - racconta - sul totale di quasi 19 milioni di metri cubi
transitati in sorgente solamente il 20% circa è stato utilizzato
per gli scopi idropotabili mente circa l'80% è stato scaricato
direttamente a mare".
"Questa mancanza di conoscenza comporta una sotto
utilizzazione, da parte del gestore del servizio idrico, delle
ottime acque sorgive sarde a tutto svantaggio - sottolinea
Murgia - dell'utenza che, come dimostrano le emergenze idriche
di Baronia e Nuorese di questi ultimi giorni, è costretta a
subire le sempre più frequenti restrizioni nell'erogazione del
servizio a causa del prevalente utilizzo delle acque provenienti
dai bacini di accumulo superficiale, troppo spesso fuori norma
nei parametri essenziali di potabilità".
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