Sanremo: Mogol, Baglioni sui migranti? io non avrei risposto così

'Ho progetto per risolvere il problema, il governo mi incontri'

di Giorgiana Cristalli ROMA

"Al posto di Baglioni non avrei risposto così alla domanda sui migranti nel corso della conferenza stampa del Festival di Sanremo": lo dice all'ANSA Mogol, presidente della Siae, rispondendo ad una domanda, prima di aggiungere: "Penso che gli artisti possano fare quello che vogliono, dipende dalle persone. Io non avrei risposto, ma avrei colto l'occasione per parlare di un mio progetto che potrebbe risolvere il problema dei migranti a beneficio di tutti".

Poi aggiunge: "Non era certo mia intenzione censurare il maestro Baglioni, che è certamente libero di esprimere il suo pensiero sulla vicenda migranti".

Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha già avuto modo di illustrare a Bruxelles la sua idea, nel novembre 2017, su invito del presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, in occasione di una conferenza per il rilancio dei rapporti tra Ue e Africa.  L'artista propone di utilizzare milioni di ettari nei Paesi africani per trasformarli in orti e frutteti biologici.

Dopo aver portato il suo progetto anche in Vaticano, all'attenzione del segretario di Stato Pietro Parolin e di padre Georg Gaenswein, ("entrambi mi hanno incoraggiato ad andare avanti", racconta) e dopo averlo proposto al governo Renzi, senza seguito, Mogol è pronto a raccontare la sua idea anche all'attuale Esecutivo. "Non è utopia, ma un progetto che richiede un grande impegno come la realizzazione di tutte le grandi idee", spiega ancora il paroliere che, oltre ad aver scritto alcune delle canzoni italiane più belle insieme a Lucio Battisti, ha fondato circa 30 anni fa il CET (Centro Europeo di Toscolano), che ha fatto diplomare oltre 2500 giovani tra autori, compositori e interpreti ed è oggi riconosciuto come eccellenza nel mondo.

IL PROGETTO DI MOGOL SUI MIGRANTI - La prima fase del progetto consiste nella creazione di una SPA (Società per Azioni) definita A2 (African Agricolture) finanziata dall'Unione Europea che deterrà la maggioranza delle azioni (51%) e dalle grandi società agricole europee, (selezionate attraverso un bando) proprietarie del restante 49%. Il finanziamento dell'Unione Europea non sarà a fondo perduto ma si tratterà di un vero investimento produttivo come quello da parte delle aziende agricole Europee. Al secondo punto si parla di un contratto tra l'Unione Europea e i Paesi africani interessati, i quali godranno del 30% dei guadagni della vendita della produzione agricola ritirata dalla A2. Il 70% invece spetterà al migrante al quale sarà garantita anche una casa prefabbricata in legno. Un'assistenza quotidiana - nell'idea di Mogol - provvederà ad arare terreni e a fornire il Know how per la coltivazione biologica ai migranti da parte di giovani europei. Il reperimento dell'acqua, laddove fosse necessario, sarebbe affidato ad aziende europee specializzate in questo campo. Il progetto prevede inoltre la creazione di allevamenti bovini sempre ad opera dei migranti istruiti da esperti per la fornitura di concime biologico.

I Paesi Africani che stipuleranno l'accordo con l'Unione Europea si impegneranno a) a rispettare la durata del contratto che permetterà all'Unione Europea di recuperare i soldi investiti b) ad impedire qualsiasi imbarco diretto in Europa c) a trattare i migranti provvedendo alla loro sicurezza come fossero cittadini del loro Paese, d) a provvedere all'istruzione dei bambini e all'eventuale assistenza sanitaria.

"Il migrante che avrà trovato una casa, un lavoro, per se stesso e per la propria famiglia diventerà la migliore garanzia contro ogni infiltrazione eversiva tesa a sovvertire la sua vita", è la conclusione del progetto. 
   

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