Migranti: da Inmp due studi su malattie infettive e diabete
Finanziati da ministero Salute, screening e cure personalizzate
06 ottobre, 12:40ROMA - La popolazione migrante è particolarmente vulnerabile alle malattie infettive, perchè spesso sono poco conosciute al Servizio Sanitario Nazionale. Per potenziare la lotta a queste patologie l'Inmp, l'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà, ha messo in campo un progetto finanziato dal ministero della Salute.
Lo studio, che terminerà a gennaio 2018, sarà condotto su 500 pazienti minori e adulti, 250 da zone latino-americane endemiche per Chagas e 250 migranti con esinofilia o altri sintomi collegati alle malattie oggetto di studio. Il protocollo prevede visita medica iniziale, prelievi e analisi di laboratorio, screening e percorso terapeutico differenziato per patologia, oltre ad attività di formazione e informazione e un convegno finale. "I risultati attesi del progetto - spiega l'istituto - mirano all'incremento dell'accesso alla diagnosi e terapia delle persone affette da malattie tropicali neglette, alla valutazione e validazione di metodiche diagnostiche per le MTN anche ai fini dell'elaborazione di algoritmi di screening e di follow-up, alla valutazione dell'efficacia del trattamento antiparassitario ad ampio spettro per i pazienti immigrati".
Sempre dedicato ai migranti è un altro progetto, con lo stesso finanziamento, rivolto però alla cura del diabete. "È un progetto - sottolinea l'Inmp - mirato a sperimentare un modello assistenziale efficace e sostenibile per la diagnosi e gestione della malattia diabetica per i principali gruppi etnici presenti sul territorio del Centro Italia, attraverso l'utilizzo di dispositivi medici. Le attività puntano a misurare la prevalenza del diabete e delle condizioni correlate anche attraverso la somministrazione di questionari volti a rilevare la percezione della malattia e le difficoltà riscontrate dai pazienti nell'accesso e prosieguo delle cure". Lo studio, che terminerà a novembre 2017, sarà condotto su pazienti di età compresa tra i 20 e 79 anni, di origine bengalese e nordafricana (a Roma) e di origine cinese (presso Asl di Prato e Università di Firenze).