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Anche troppo poco sale nella dieta fa male

Secondo studio internazionale meglio assunzione moderata sodio

20 agosto, 12:47
Anche troppo poco sale nella dieta fa male Anche troppo poco sale nella dieta fa male

Assumere troppo sale, come si sa da tempo, fa male alla pressione e può provocare ictus e infarti.

Ma fa male anche assumerne troppo poco. A propendere per una giusta via di mezzo e suggerire anche di intervenire sui livelli di consumo consigliati è uno studio della McMaster University dell'Ontario(Canada) condotto insieme ai ricercatori del Population Health Research Institute e Hamilton Health Sciences su 100.000 persone di 17 Paesi, per valutare l'apporto di sodio correlato a malattie cardiache e ictus.

Secondo la ricerca internazionale Urban Rural(PURE), la più grande del suo genere e appena pubblicata New England Journal of Medicine, un basso apporto di sale, considerato tanto prezioso nell'antichità da venir utilizzato come moneta per pagare i legionari (da cui il nome salario), non provoca una sensibile riduzione della pressione sanguigna rispetto al consumo moderato. Ha però altri effetti negativi, spiega Martin O'Donnell dalla McMaster University, "tra cui l'aumento di alcuni ormoni che sono associati con un aumento del rischio di morte e malattie cardiovascolari". Nel corso di un follow-up durato quasi 4 anni, infatti, un'assunzione di sodio eccessiva, pari a 7 grammi al giorno, è stata associata con un +15% di probabilità di un evento cardiovascolare grave o di morte, rispetto al range di riferimento di 4-6 grammi al giorno.

Tuttavia, un'assunzione troppo bassa, inferiore a 3 grammi, è associata con un rischio del 27% maggiore di eventi cardiovascolari rispetto al range di riferimento. In pratica, esiste un "sweet spot" per il consumo di sodio, dove il troppo o il troppo poco possono essere dannosi, mentre una moderata quantità, tra 3 e 6 grammi, è ottimale. La buona notizia è che la maggior parte delle persone nel mondo già consumano una quantità in tale intervallo.

Questi risultati "mettono in discussione il dogma stabilito e le politiche raccomandate", commenta Salim Yusuf, direttore del Population Health Research Institute, che ha coordinato lo studio, ricordando che alcune linee guida raccomandano di ridurre il consumo a 2,3 grammi giornalieri, in realtà, quindi, 'troppo pochi' e, persino, pericolosi. 

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