Non si arresta, nonostante il clamore suscitato dagli ultimi eventi, l'ondata di aggressioni a personale sanitario in Puglia. Dopo gli episodi al policlinico Riuniti di Foggia, nel mirino questa volta è finito un medico del reparto di Urologia dell'ospedale Francesco Ferrari di Casarano, in provincia di Lecce, colpito con un calcio al basso ventre da un paziente che era in attesa di essere sottoposto a una cistoscopia.
L'uomo ha cominciato a dare in escandescenza mostrandosi intollerante all'esame e all'improvviso si è scagliato contro l'urologo, che ha subito allertato i carabinieri fornendo le generalità dell'aggressore e formalizzando la denuncia. Nulla di grave per il medico 65enne, giudicato guaribile in un paio di settimane, ma "ormai - ha dichiarato la Cisl Medici Lecce - le aggressioni negli ospedali sono un' emergenza pubblica e richiedono un intervento immediato delle istituzioni e delle autorità".
Sono "notizie - ha aggiunto il direttore generale dell'Asl di Lecce, Stefano Rossi - che non vorremmo dare, segno evidente di un disagio diffuso, legato a frustrazione ed esasperazione e alla difficoltà a costruire relazioni sane, dal volto umano".
L'aggressione in Salento arriva dopo i tre casi registrati al policlinico Riuniti di Foggia in cinque giorni. L'altra notte un 18enne arrivato in pronto soccorso per uno stato d'ansia, poi arrestato dai carabinieri, ha sferrato calci e pugni a tre infermieri. Ieri è stato un 33enne che aveva accompagnato il padre al pronto soccorso per una visita a colpire due infermieri e un vigilante intervenuto per calmarlo.
L'aggressore aveva un braccio ingessato che ha utilizzato per picchiarli: ora è agli arresti domiciliari. Il 4 settembre scorso nel reparto di chirurgia toracica dello stesso policlinico i famigliari della 23enne Natascha, morta durante un intervento, hanno aggredito il personale sanitario che è stato costretto a rifugiarsi in alcune stanze del nosocomio. Sono in corso le indagini per identificare i responsabili. Una escalation che ha spinto il direttore generale della struttura sanitaria, Giuseppe Pasqualone, a convocare oggi una conferenza stampa per avvertire che "se continuiamo così finiremo per chiudere il pronto soccorso perché rimarremo senza medici, infermieri ed operatori sanitari. Ci vuole rispetto per il personale in servizio perché è bravo e lo dicono i dati a livello nazionale. Abbiamo un organico dimezzato, non riusciamo a recuperare medici e i cittadini - ha spiegato - che arrivano in condizioni non gravi devono aspettare, devono avere pazienza".
Nel corso dell'incontro con i giornalisti è stata lanciata dal direttore del policlinico l'idea dell'istituzione del 'manager della sicurezza' per gestire le emergenze e regolare il flusso degli accessi al Pronto Soccorso e al resto dell'ospedale, in collaborazione con il rettore dell'università degli studi di Foggia Lorenzo Lomuzio e la direttrice del dipartimento di giurisprudenza Donatella Curtotti.
"È una figura - ha ribadito Pasqualone - che dobbiamo avere. Che serve per garantire situazione di serenità nell'intero policlinico". Una manifestazione unitaria del personale sanitario è stata annunciata da Anaao Assomed e Cimo Fesmed per il 16 settembre a Foggia. "Credo che oggi il governo - ha chiosato il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Filippo Anelli - debba adottare, con decretazione d'urgenza, misure indispensabili. L'arresto in flagranza differita è una delle misure che può essere adottata immediatamente. Così come una rivisitazione delle modalità di accesso agli ospedali. La situazione - ha ammesso - sta degenerando".
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