Gli elementi acquisiti inducono "a
ritenere che sia stato proprio il Villani ad appiccare il fuoco
all'interno dell'abitazione che aveva in uso, e che lo abbia
fatto o al fine di provocare la morte della madre o per
eliminare eventuali prove a suo carico della sua precedente
uccisione". E' quanto scrive il gip del tribunale di Brindisi,
Vittorio Testi, nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di
Alberto Villani, il 47enne che si trova in carcere da mercoledì
con l'accusa dell'omicidio volontario della madre Cosima D'Amato
di 71 anni. Il cadavere della donna è stato trovato carbonizzato
nella notte tra il 19 ed il 20 settembre scorso a San Michele
Salentino, in provincia di Brindisi, dai vigili del fuoco
intervenuti dopo l'incendio nell'abitazione di campagna del
figlio. Il gip nell'ordinanza ipotizza che l'omicidio possa
essere avvenuto "in un intervallo temporale che appare
ragionevole collocare dopo le ore 22:31 (quando si è allontanato
dall'abitazione della madre in corso Cavour) e prima delle 23:45
(quando si è presentato in mutande a casa del vicino
chiedendogli di contattare i vigili del fuoco)".
Secondo quanto emerge dall'ordinanza, i carabinieri con la
visione di alcune telecamere, infatti, hanno accerto che l'uomo
poco prima dell'incendio avrebbe raggiunto "l'abitazione della
madre" in centro a San Michele Salentino, con abiti diversi
rispetto a quelli con cui verrà ritrovato dalle forze
dell'ordine subito dopo l'incendio nella villetta di campagna.
Anche nell'ordinanza del gip Testi, si fa riferimento
all'ipotesi della volontà della madre del figlio di vendere
quell'immobile, e ad un appuntamento che i due avevano per lo
stesso pomeriggio dell'incendio con un geometra per valutare "se
l'abitazione di contrada Angeluzzi" dove viveva Alberto Villani,
"fosse in regola dal punto di vista edilizio ed urbanistico".
Nelle prossime ore potrebbe essere disposta l'autopsia sul
cadavere della donna.
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