E' stata respinta - perché la
qualificazione giuridica dei fatti "non è corretta" e la pena
proposta è "incongrua" - la richiesta di patteggiamento della
pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione chiesta da Vito
Passalacqua, il marito della 55enne Michelle Baldassarre il cui
corpo è stato trovato carbonizzato nelle campagne di Santeramo
in Colle (Bari) lo scorso 9 febbraio. L'uomo è a processo per i
presunti maltrattamenti a danno della moglie (da lei denunciati
a fine dicembre 2022) e per i quali è tuttora agli arresti
domiciliari. La gup Anna De Simone non ha infatti ratificato la
richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa (avvocati
Maurizio Tolentino e Nicola Lanzolla) e per la quale la Procura
(pm Silvia Curione) aveva dato l'assenso.
La gup ha giudicato la pena concordata "incongrua" in quanto
i maltrattamenti sarebbero stati anche a danno delle figlie, e
non solo della donna: "Non risulta corretta la qualificazione
giuridica dei fatti - si legge nell'ordinanza - nella parte in
cui la condotta dei maltrattamenti viene contestata con
riferimento alla sola Baldassarre Michelle e non anche in
relazione alle figlie". Nel capo d'imputazione non è infatti
contestata quest'ulteriore condotta. La gup non ha accolto
neanche la richiesta degli avvocati della famiglia (Michele
Laforgia e Maria Pia Vigilante) di riqualificare il reato in
maltrattamenti aggravati dalla morte. Sarà quindi un nuovo
giudice a giudicare Passalacqua. Per la morte della donna è in
corso un'altra indagine per istigazione al suicidio a carico di
ignoti. Il fascicolo è affidato al sostituto procuratore Baldo
Pisani.
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