(ANSA) - BARI, 25 MAG - I pescatori di Molfetta, tra
marinerie più importati della Puglia, hanno dichiarato lo stato
di agitazione per protestare contro il caro-gasolio. "Abbiamo
iniziato la protesta a inizio marzo, quando il costo del gasolio
iniziava ad aumentare. Ormai la spesa è diventata insostenibile
- spiega Francesco Minervini, vicepresidente nazionale di
Federpesca e direttore di Assopesca Molfetta - . Riconosciamo
che Governo e Regione si sono subito attivati con interventi
come credito imposta, contributi a fondo perduto, fermo su base
volontaria, ma questi interventi ancora non si sono
concretizzati". Minervini spiega che "gli animi sono esasperati,
tutte le marineria pugliesi stanno protestando, da Manfredonia a
Gallipoli, perché andare in mare non potendo neanche recuperare
le spese del gasolio è insostenibile". "I pescatori - continua -
sono stanchi di decisioni annunciate e non ancora rese esecutive
e chiedono impegni precisi e non più prorogabili tesi a dare
soluzioni alle gravi problematiche che stanno fortemente
indebolendo il settore, condannandolo ad una definitiva e
irrecuperabile desertificazione".
A sostegno dei pescatori molfettesi anche il sindaco Tommaso
Minvervini, che chiede "un fermo biologico straordinario per
arginare il problema del caro gasolio e permettere alle
marinerie di sopravvivere". "In questi giorni - dice Minervini -
la Regione sta finalmente sbloccando i contributi Covid per il
comparto pesca, ma questa misura è insufficiente". (ANSA).
Caro-gasolio: stato di agitazione dei pescatori nel Barese
'Spesa insostenibile, non più prorogabili impegni su aiuti'
