Avrebbero trattato e adulterato del
tonno a pinna gialla pescato nell'oceano Atlantico con sostanze
non consentite per esaltarne l'aspetto e il colore ma rendendolo
nocivo per la salute dei consumatori e provocando effettivamente
l'intossicazione di una trentina di persone che lo avevano
mangiato in Puglia, Toscana e Liguria. Per questa ragione tre
imprenditori ( padre e due figli) e un dipendente di due aziende
ittiche di Bisceglie, sono indagati a vario titolo per
contraffazione di sostanze alimentari, frode nell'esercizio del
commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine,
distribuzione di alimenti nocivi e lesioni personali. I
carabinieri del Nas, Nucleo anti sofisticazione, insieme a
personale della Asl sta eseguendo nove decreti di perquisizione
disposti dalla Procura di trani presso le due aziende coinvolte
e le abitazioni degli indagati e in due laboratori di analisi
campani, ad Avellino. Questi ultimi, laboratori privati e
accreditati, fornivano le certificazioni necessarie alla
commercializzazione del tonno.
Le indagini sono state avviate dopo una intossicazione
alimentare che un anno fa ha colpito 27 persone in Puglia,
Toscana e Liguria. Una intera famiglia di Pezze di Greco di
Fasano, in provincia di Brindisi, ha dovuto ricorrere alle cure
ospedaliere.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA