Politecnico, Università degli Studi e
Comune di Bari sono tra i 18 partner del progetto
"Passepartout", finanziato con 8,5 milioni di euro dall'Unione
europea per la realizzazione del primo sistema 3D per
monitoraggio di gas inquinanti e tossici. I cittadini, tramite
una app dedicata, potranno conoscere le aree urbane a maggior
livello di inquinamento e quali sono i percorsi alternativi per
evitare queste aree.
Il finanziamento consentirà gli studi su sensori ottici di gas
su stazioni fisse, mobili e su drone per il controllo della
qualità dell'aria e dei processi industriali. Il progetto ha una
durata di 42 mesi e agli enti pugliesi spetteranno
complessivamente 1,3 milioni di euro (al Politecnico 605 mila
euro, all'Università 620 mila, al Comune di Bari 50 mila). Delle
due università baresi saranno impegnati il dipartimento
Inter-ateneo Uniba-Poliba di Fisica, quello di Ingegneria
Elettrica e dell'Informazione e il dipartimento di Meccanica,
Matematica e Management del Politecnico di Bari. Al progetto
partecipano anche il Cork Institute of Technology (Irlanda), la
Technical University di Vienna (Austria), la Technical
University di Monaco (Germania) e la azienda italiana Ecospray
Technologies, leader nei sistemi di depurazione, idraulica
navale e biocombustibili.
Sarà possibile ottenere informazioni in tempo reale sulla
concentrazione di gas inquinanti, quali ossidi di azoto,
anidride solforosa, ammoniaca, metano, monossido di carbonio,
anidride carbonica e particolato atmosferico all'interno delle
aree urbane. Parte delle attività di sperimentazione e
validazione avranno luogo a Bari e sono già previsti test di
sensori nel Campus universitario e nelle vicinanze del porto.
"Essere la prima città in cui verrà testato questo framework di
sensori innovativi per il controllo della qualità dell'aria è
motivo di orgoglio per la città di Bari", afferma Eugenio Di
Sciascio, vicesindaco di Bari con delega alla trasformazione
digitale.
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