E' cominciata con ingressi
scaglionati e ordinati l'udienza del processo sul crac della
Banca popolare di Bari, nell'aula bunker di Bitonto, per il
deposito delle richieste di costituzione di parte civile.
All'esterno dell'aula alcuni dei 230 azionisti rappresentati
dall'Unione nazionale Consumatori hanno manifestato esponendo
cartelli con la scritta "le nostre azioni azzerate, i nostri
risparmi svaniti. Vogliamo essere risarciti". Insieme ad altre
centinaia e forse migliaia, potenzialmente 69 mila quante sono
le azioni, chiederanno i danni a Marco e Gianluca Jacobini,
padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex co-direttore
dell'istituto di credito, accusati di falso in bilancio, falso
in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla
vigilanza.
Il processo si celebra davanti al Tribunale di Bari, presidente
Marco Guida, che ha organizzato l'udienza suddividendola in tre
giornate e convocando gli avvocati in ordine alfabetico, da oggi
pomeriggio fino a sabato mattina. Gli avvocati, arrivati anche
dalle altre regioni italiane, sono tutti dotati di mascherina,
sottoposti a controllo della temperatura con termoscanner
all'ingresso e molti con trolley contenenti le migliaia di atti
da depositare.
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