Si riunisce questa mattina nello
stabilimento siderurgico di Taranto il consiglio di fabbrica
delle Rsu Fim, Fiom e Uilm di ArcelorMittal e appalto per
discutere della vertenza e decidere eventuali altre forme di
mobilitazione dopo il percorso di assemblee che sarà programmato
nei vari reparti. Oltre al taglio del personale tecnologico di
impianti in marcia, che ha portato alle due giornate di sciopero
del 4 e del 7 settembre nei reparti Pla2 e Laf, i sindacati non
accettano "la collocazione in cassa integrazione di migliaia di
lavoratori (dal 14 settembre sarà prorogata la Cig con causale
Covid per altre 9 settimane e coinvolgerà un massimo di 8147
lavoratori, ndr) e l'assenza di programmazione delle
manutenzioni che mettono a serio rischio la sicurezza sul lavoro
e che, insieme all'incertezza del futuro dell'ex Ilva, generano
una forte preoccupazione". Le sigle metalmeccaniche parlano di
"una vertenza complessa che continua, tra omissis e riunioni in
stanze chiuse, con l'esclusione sistematica dei sindacati, a non
dare risposte al territorio sul futuro ambientale e
occupazionale. ll tempo passa inesorabilmente - aggiungono - e
crediamo sia necessario dare risposte ai tanti lavoratori e
cittadini stanchi di subire le angherie e inadempienze della
multinazionale". I sindacati ripropongono anche la questione
della sicurezza interna ed esterna della fabbrica. Sabato,
infatti, si è verificato il deragliamento di un carro siluro
nell'Acciaieria 2, mentre nella nottata di venerdì scorso hanno
preso fuoco otto auto in sosta nel parcheggio della portineria
imprese. Intanto, le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm hanno
avviato lo stato di agitazione e la convocazione delle assemblee
dei lavoratori in tutti i siti del gruppo ArcelorMittal "per
realizzare - spiegano - le condizioni di una necessaria
mobilitazione e sbloccare definitivamente la vertenza".
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