(di Tatiana Bellizzi)
(ANSA) - FOGGIA, 01 APR - La tregua degli attentati della
mafia foggiana è durata poche settimane e una nuova bomba ha
rotto a Foggia il silenzio della quarantena da coronavirus
tornando a colpire la residenza per anziani "Il Sorriso di
Stefano" già danneggiata da una esplosione il 16 gennaio scorso.
La struttura riabilitativa è dei fratelli Cristian e Luca
Vigilante, il primo testimone in un processo contro un clan
locale, ed entrambi già finiti sotto scorta dopo altri due
attentati dinamitardi a gennaio. Il primo la notte tra il 3 ed
il 4, in via D'Aragona quando sconosciuti piazzarono un
potentissimo ordigno sotto il Range Rover di Cristian, facendolo
letteralmente saltare in aria. Il secondo, quello del 16 gennaio
contro la struttura per anziani.
L'esplosione è avvenuta nel primo pomeriggio, alle 14.50: la
bomba ha divelto la saracinesca del centro, sventrato l'insegna
luminosa e danneggiato anche un'auto parcheggiata nelle
immediate vicinanze. I vetri delle finestre delle abitazioni
della zona sono andati in frantumi.
I due manager sanitari hanno da sempre escluso di aver
ricevuto minacce o richieste estorsive. Sul posto hanno operato
i vigili del fuoco e gli uomini della squadra mobile che nelle
prossime ore visioneranno i filmati delle telecamere a circuito
chiuso del centro per anziani, che al momento dell'esplosione
era chiuso. Quando è arrivato sul posto, Luca Vigilante è stato
accolto da reazioni di segno opposto da parte di vicini. Alcuni
hanno gridato dai balconi chiedendo di chiudere la struttura
perchè esasperati dalla paura. Altri invece gli hanno chiesto di
non cedere alla mafia, mantenendo il centro aperto.
Vigilante visibilmente scosso ha detto di capire il disagio
dei residenti "perché - ha detto - questa gente deve vivere con
la paura di un qualcosa che oramai non sappiamo neanche più
decifrare". Ma ha anche escluso di avere intenzione di chiudere:
"Non esiste proprio, noi non chiudiamo. Stiamo parlando di una
struttura che gestisce le fragilità di esseri umani. Se
chiudessimo in queste circostanze, avremmo fallito tutti. Si va
avanti". Luca Vigilante ed il suocero Paolo Telesforo, sono
parti offese nel processo denominato "Decima Azione" operazione
del novembre 2018 che porto all'arresto di 30 tra esponenti ed
affiliati della cosiddetta mafia del pizzo a Foggia. Mentre
Cristian Vigilante è testimone di un tentativo di estorsione da
parte di due affiliati al clan Moretti.
(ANSA).