(ANSA) - ROMA, 13 DIC - La banca d'Italia commissaria la
Banca Popolare di Bari ma il governo non riesce a varare il
decreto per portare in salvo l'istituto barese, con un
intervento attraverso un aumento di capitale di Mediocredito
Centrale. Italia viva, come annunciato, diserta il Consiglio dei
ministri convocato a tarda sera per un decreto che, secondo
l'ordine del giorno, avrebbe dovuto porre le basi "per la
realizzazione di una banca di investimenti". Perchè è questo il
progetto, come conferma a tarda sera il Mef. Ma Iv alza subito
il tiro: si diffonde la voce, poi smentita, che Renzi voglia
aprire la crisi di governo. Voce poi smentita.
Italia Viva comunque diserta il Cdm ("Non ci avevano neanche
avvertiti", lamentano) e denuncia i 5 stelle, che accusavano
Renzi del salvataggio di Etruria e ora salvano una banca col Pd.
La tensione si alza. Anche il M5S si mette di traverso: nessun
decreto può passare senza un supplemento di riflessione, avverte
Di Maio dalla Calabria. Conte resta a lungo riunito con il
ministro Roberto Gualtieri. In attesa ci sono i ministri Dem e
5S: la riunione rischia di saltare.
Il veto M5S blocca il decreto. Il problema però è solo
rinviato: un provvedimento si rende necessario per garantire
l'operatività della Banca, su cui è intervenuta Bankitalia. Il
Consiglio dei ministri avvia i suoi lavori e Gualtieri fa
un'informativa, illustrando i contenuti dello schema del
provvedimento. Dario Franceschini, a nome del Pd, si scaglia
contro l'irresponsabilità dei colleghi. Da fuori, Matteo Salvini
e Giancarlo Giorgetti chiedono le dimissioni di Conte che nel
pomeriggio aveva negato la necessità di un salvataggio.
Il braccio di ferro nella maggioranza sul decreto non ferma
però Bankitalia che convoca il Cda della Bari per l'adozione di
provvedimenti di vigilanza. Una formula a cui fa seguito il
commissariamento della banca, messa in amministrazione
straordinaria previo scioglimento del cda e del collegio
sindacale. Ai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini,
assieme ai componenti del comitato di sorveglianza Livia Casale,
Francesco Fioretto e Andrea Grosso, è stato affidato il compito
di predisporre le "attività necessarie alla ricapitalizzazione"
e di finalizzare le "negoziazioni con i soggetti che hanno già
manifestato interesse all'intervento di rilancio", cioè il Fitd
e Mediocredito centrale. "La banca prosegue regolarmente la
propria attività. La clientela può pertanto continuare ad
operare presso gli sportelli con la consueta fiducia" è il
messaggio tranquillizzante lanciato dalla banca. Ma "la
convocazione improvvisa di un Consiglio dei ministri sulle
banche, senza alcuna condivisione e dopo aver espressamente
escluso ogni forzatura o accelerazione su questa delicata
materia, segna quindi un gravissimo punto di rottura nel metodo
e nel merito" ha tuonato Luigi Marattin, vicepresidente dei
deputati di Italia Viva.
Il progetto, che con un decreto il ministro dell'Economia
Roberto Gualtieri aveva portato sul tavolo del Consiglio dei
Ministri e che molto probabilmente arriverà all'esame della
prossima riunione lunedì prossimo, aveva l'ambizione di
salvaguardare non solo la Popolare di Bari ma anche quella di
creare una banca di investimento per accompagnare la crescita e
la competitività delle imprese, con particolare attenzione al
Sud.
In particolare per la Bari, che non rispetta i requisiti
patrimoniali minimi e necessita di un miliardo di euro, il
decreto ipotizza un salvataggio in tandem con il sistema
bancario, attraverso il Fidt, e dello Stato, che dovrebbe
mettere in campo Mediocredito Centrale. Lo schema di Decreto
predisposto dal Mef prevede un potenziamento delle capacità
patrimoniali e finanziarie della Banca del
Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (MCC), interamente controllata
da Invitalia, attraverso un primo aumento di capitale per
consentire a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela
dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di
partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB).
Per il Fondo interbancario ha in agenda due riunioni il 18 e
il 20 dicembre e attende una richiesta d'aiuto corredata da un
piano industriale che faccia emergere il fabbisogno di capitale
e chiede di essere affiancato da un partner industriale, che
sarebbe poi il Mediocredito Centrale, dotato dei mezzi per un
primo intervento tampone che ripristini ratio patrimoniali
superiori ai minimi regolamentari.
Bankitalia si è mossa nonostante la decisione del cda di
promuovere l'azione di responsabilità verso l'ex ad Giorgio
Papa, l'ex responsabile dei crediti Nicola Loperfido e l'ex
condirettore generale Gianluca Jacobini. Una mossa che appare
tardiva in presenza di una banca in condizioni gravissime e
sottoposta alle indagini della magistratura che, senza
risparmiare l'ad Vincenzo de Bustis, sta verificando la corretta
gestione della banca nel corso degli anni.
Per un salvataggio che si apre, uno si avvia alla chiusura.
L'offerta dell'aumento di capitale di Carige ha registrato
adesioni, da parte dei vecchi soci, pari al 19,7% della tranche
in opzione. Sono state sottoscritte azioni per un controvalore
di 16,8 milioni di euro, una quota sufficiente a ricostituire un
flottante superiore al 10%, scongiurando il rischio che Carige
sia esclusa da Piazza Affari.(ANSA).