Sono due le indagini della
magistratura barese sul presunto voto di scambio
politico-mafioso relativo alle elezioni regionali in Puglia del
maggio 2015. Una di queste, l'ultima in ordine di tempo aperta
dalla Dda, ha portato oggi in carcere 22 persone (altre tre sono
ricercate) su un totale di 29 indagati, accusati di associazione
mafiosa e, cinque di loro, anche di voto di scambio e
coercizione elettorale.
La vicenda, che nel settembre scorso ha portato all'arresto
di altre cinque persone (nei confronti delle quali è attualmente
in corso il processo con rito abbreviato), fa riferimento alla
candidatura di Natale Mariella (non eletto) nella lista dei
'Popolari' a sostegno di Michele Emiliano presidente, per il
quale una decina di esponenti del clan Di Cosola avrebbero
raccolto voti in cambio di soldi in diversi comuni del barese.
Su questo filone, in cui risulta formalmente indagato lo stesso
Mariella, gli accertamenti sono ancora in corso mentre il primo
fascicolo sulla vicenda è ora al vaglio di un giudice.
La presunta coercizione elettorale contestata agli indagati,
stando alle inchieste dei Carabinieri coordinati dai pm Dda
Carmelo Rizzo e Federico Perrone Capano che hanno raccolto le
dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, sarebbe però
soltanto una delle attività illecite del clan, sgominato negli
ultimi anni da quattro diverse indagini. Dal 2011 ad oggi la
magistratura barese ha infatti portato a giudizio più di cento
affiliati all'organizzazione mafiosa nelle operazioni
'Hinterland' e 'Pilastro' su estorsioni, droga, armi e agguati,
alle quali si aggiungono 'Attila' e quella odierna sul presunto
voto di scambio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA