La chirurgia plastica diventa sempre più “bio”. Il capitolo della ricerca più fertile in questi ultimi anni, per quanto riguarda non solo la chirurgia plastica, ma di molteplici altre situazioni cliniche è sicuramente quello legato all’utilizzo del tessuto adiposo come autoinnesto: un tessuto notoriamente presente nel corpo, dagli enormi poteri curativi, da utilizzare in vari distretti corporei.
Lo conferma il dottor Gerardo Gasparini, specialista in chirurgia plastica, che ricorre sempre più spesso a interventi che utilizzano il tessuto adiposo del corpo. “Inizialmente veniva utilizzato prevalentemente come sostanza riempitiva, in sostituzione di filler -spiega Gasparini -. Veniva prelevato dalle sedi di maggior accumulo e poi reinnestato nel corpo. Successivamente si è scoperto che il tessuto adiposo ha delle proprietà molto più importanti e benefiche, essendo ricco di cellule staminali di origine mesenchimale pluripotenti, in gradi di differenziarsi in linee cellulari diverse”.
In poche parole, il grasso del nostro corpo serve non solo a riempire, ma anche a rigenerare e migliorare la vitalità dei tessuti attraverso un incremento della vascolarizzazione. Una acquisizione che si sta applicando quindi anche nei casi di esiti cicatriziali di traumi, di ustioni, sui tessuti irradiati, in alcune patologie alle articolazioni ecc.: il grasso ha dimostrato di possedere un grande potere rigenerante sui tessuti.
Il tutto si unisce a interventi chirurgici sempre più snelli, con tempi di recupero più brevi: le operazioni nel campo estetico e ricostruttivo ormai si realizzano ricercando incisioni e cicatrici più contenute, combinando l’intervento del chirurgo a procedimenti di medicina estetica. In questo modo i pazienti possono tornare più prontamente alla loro vita lavorativa e di relazione.