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Equo compenso: Confprofessioni, urge modifica prima del varo

Stella su testo a vaglio Camera, dubbi su sanzioni e obblighi

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - "Se vogliamo davvero tutelare i liberi professionisti, sono da correggere alcune distorsioni che emergono dall'ultima versione della proposta di legge sull'equo compenso, in caso contrario saranno ancora una volta i professionisti ad essere penalizzati da una norma nata per proteggerli": così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, interviene sull'equo compenso per le prestazioni di lavoratori autonomi, in discussione in questi giorni in Aula alla Camera, per sollecitare urgenti interventi migliorativi.
    Nel provvedimento (il testo base della proposta della leader di FdI Giorgia Meloni, cui sono state associate quelle dei deputati di Fi e della Lega Andrea Mandelli e Jacopo Morrone, ndr) "ci sono ancora diverse anomalie: anzitutto, si attribuisce agli Ordini professionali il compito di aggiornare i parametri di riferimento delle prestazioni professionali e, al tempo stesso, di stipulare modelli standard di convenzioni che le imprese possono adottare anche in deroga ai parametri stessi. Ci chiediamo, allora - recita la nota - a che cosa servano i parametri, ma soprattutto siamo davvero sicuri che un modello standard possa rispondere in maniera efficace a una prestazione professionale complessa? Che fine ha fatto il principio di libera pattuizione tra professionista e cliente?". Per il vertice della Confederazione "si introducono nuovi obblighi e nuove sanzioni a loro carico, senza che sia previsto alcun onere a carico dell'impresa e della Pubblica amministrazione che non rispetta l'equo compenso. C'è tempo per modifiche anche nell'ambito di applicazione del provvedimento rispetto alle aziende, perché così come congegnata si riferisce soltanto all'1% delle imprese presenti in Italia". A seguire, vi sono "forti dubbi anche sulla 'class action' che di norma si adotta in presenza di un diritto soggettivo omogeneo e non di un interesse. Basterebbe, a nostro avviso, un'azione inibitoria già prevista dal nostro ordinamento, anche per evitare l'esplosione di una conflittualità esasperata tra professionisti in concorrenza tra loro. Infine - conclude Stella - la composizione dell'Osservatorio nazionale sull'equo compenso dev'essere essere maggiormente inclusiva e ricomprendere anche le associazioni di rappresentanza dei professionisti, esprimendo così la più corretta dimensione della realtà del mondo professionale".
    (ANSA).
   

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