(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Il massiccio ricorso al lavoro
'agile', al tempo del Covid-19, ha provocato alcuni mutamenti
nel mercato occupazione, e evidenti son quelli sul fronte della
sicurezza degli addetti: innanzitutto, "il 2020 segna
inconfutabilmente un'inversione di tendenza rispetto al numero
degli infortuni in itinere (quelli che avvengono nel tragitto
tra l'abitazione ed il luogo in cui si svolgono le mansioni,
ndr) sul totale complessivo (100.000 denunce nel 2019, poco più
di 62.000 nel 2020, registrando un decremento del 38,3% e
portando l'incidenza dei casi in itinere sul totale dal 15,7%
all'11,2%) e, soprattutto, dell'incidenza di questa voce sul
totale in termini di mortalità sul lavoro (28,1% nel 2019, 16,8%
nel 2020) dopo anni di crescita". Lo si legge nella nuova
ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro "Salute
e sicurezza sul lavoro nella pandemia: nuovi rischi e
prospettive di evoluzione dei modelli di gestione", che sarà
illustrata domani, 20 maggio 2021, durante il Forum annuale
della sicurezza sul lavoro della categoria professionale.
L'indagine mette pure in risalto come, stando in casa, "il 48,3%
degli smart workers già lamenta disturbi e problemi fisici
legati all'inadeguatezza delle postazioni domestiche;
problematiche a cui si aggiungono elementi di possibile disagio
dell'attività da remoto come l'aumento dello stress, collegato
ai tempi di lavoro dilatati e dall'ansia da prestazione (49,7%),
dall'indebolimento delle relazioni aziendali (49,7%), dalla
paura di marginalizzazione (47%) e dalla disaffezione verso il
lavoro (39,9%)". (ANSA).