(ANSA) - ROMA, 26 APR - "No a incertezze e a una proroga a
singhiozzo della misura per l'efficienza energetica e messa in
sicurezza degli edifici determinante per la crescita economica e
l'occupazione": tutti gli operatori economici e sociali sono in
allarme per l'incertezza che avvolge negli ultimi giorni la
decisione del Governo sul futuro del Superbonus 110%. E' quanto
affermano in un comunicato congiunto Ance, Federlegno arredo,
Alleanza delle cooperative, Anaepa Confartigianato, Cna
costruzioni, Casartigiani, Fillea CGIL, Filca Cisl, Feneal Uil,
Claai, Confapi Aniem, Anaci, Isi, Oice, Rete professioni
tecniche, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli
esperti contabili, Federcostruzioni. Finora, sottolineano
infatti, non risulta essere pervenuta alcuna conferma ufficiale
sulla proroga della misura, che per poter avere un impatto
importante in termini di crescita del settore, della sua filiera
e di aumento dell'occupazione, necessita di una durata adeguata,
indispensabile soprattutto nel caso di interventi complessi come
quelli condominiali e inerenti la demolizione e ricostruzione
che impiegano anni per essere attuati. Di qui la necessità di
prorogare almeno al 2023 tutte le agevolazioni finora previste
adottando una netta semplificazione delle norme vigenti.
"Eventuali decisioni di rimandare l'estensione del Superbonus
alla Legge di Bilancio, che si decide solo a dicembre prossimo,
come trapelato in queste ultime ore, - avvertono - avrebbe
l'effetto certo di rallentare, se non di bloccare i lavori".
Anche perché, affermano, è "impensabile iche famiglie e
operatori economici possano programmare investimenti così
complessi senza avere fin da ora certezza della durata del
beneficio fiscale". A loro parere si tratta di una decisione
"che non appare in linea con le intenzioni più volte espresse
dal Governo e dalle forze parlamentari di incentivare la spesa e
quindi gli investimenti per la crescita. Il Superbonus 110% è
infatti finora uno dei principali strumenti di immediato
rilancio economico in chiave di sostenibilità e di sicurezza ad
oggi operativo. Limitarne la durata e contenerne gli effetti-
pari a 1 punto di Pil in più all'anno- è una scelta di
retroguardia, non certo ammissibile in questo periodo storico".
(ANSA).