(ANSA) - ROMA, 21 GEN - Le Pubbliche amministrazioni "non
possono conferire incarichi professionali, né affidare opere
pubbliche, nell'ambito delle quali siano previsti incarichi
professionali, il cui compenso pattuito non sia proporzionato
alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al
contenuto e alle caratteristiche della prestazione, anche tenuto
conto dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi"
delle prestazioni effettuate, e "eventuali contratti d'opera" in
violazione di questa disposizione, "sono nulli". A prevedere un
'giro di vite' della norma sull'equo compenso per i
professionisti (contenuta nel decreto fiscale del 2017, ndr) è
un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dalla
deputata del Pd Chiara Gribaudo, tra i promotori del
provvedimento che tre anni fa introdusse nell'ordinamento il
principio della giusta remunerazione per le prestazioni dei
lavoratori autonomi. La modifica, inoltre, amplia le tutele ai
"professionisti non regolamentati in Ordini e Collegi", i cui
parametri per stabilire l'equità dei compensi "sono definiti dal
Ministero dello Sviluppo economico, sentite le associazioni più
rappresentative del settore". Obiettivo della correzione
normativa è fermare la pubblicazione di bandi pubblici per
l'assegnazione di incarichi professionali a titolo gratuito,
avvenuta anche dopo il varo della legge sull'equo compenso.
(ANSA).