(ANSA) BRUXELLES, 10 NOV - Italia in cima alla classifica
europea dei lavoratori autonomi ma attenzione al lavoro
parasubordinato e alle partite Iva mono-committenti. Lo rivela
lo studio "Il welfare per il lavoro autonomo tra nuove sfide e
buone pratiche: il caso italiano delle Casse di previdenza"
della fondazione Eyu, think tank europeo del Pd, presentato ieri
al Parlamento europeo in presenza di una delegazione
dell'Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp).
Secondo lo studio, in Italia i lavoratori autonomi nel 2013
erano lo 22,2 per cento del totale dell'occupazione a fronte di
una media Ue del 14,4 per cento - in Germania 9,8 per cento, in
Spagna 16,7 per cento, e nel Regno Unito 14 per cento.
Secondo gli esperti Eyu, in Italia ha pesato molto il lavoro
parasubordinato economicamente dipendente, cresciuto
costantemente dall'introduzione di fattispecie contrattuali come
i co.co.pro o il lavoro progetto e le partite Iva
mono-committenti.
Le riforme introdotte negli anni scorsi nei vari paesi Ue
hanno oscillato tra l'assimilazione al lavoro subordinato
(Francia), la creazione di uno statuto giuridico a parte
(Spagna) e la progressiva estensione delle tutele del lavoro
dipendente al lavoro autonomo pur mantenendo una specificità
giuridica per quest'ultimo (Germania e Regno Unito). In Germania
è stata coniata l'espressione di lavoratore "simil-dipendente"
il cui reddito deve essere garantito per oltre il 50 per cento
da un singolo committente. Anche la Spagna è andata verso questo
modello, ponendo anzitutto un limite al reddito percepito nei
rapporti con uno stesso committente (il 75 per cento) e
definendo uno statuto autonomo nei rapporti nei confronti di
terzi. (ANSA)