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CRV - Consiglio autonomie locali: ultima seduta della presidenza Bui

PressRelease

CRV - Consiglio autonomie locali: ultima seduta della presidenza Bui

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Bilancio del primo mandato del ‘parlamentino’ degli enti locali

27 maggio 2022, 12:57

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

CRV - Consiglio autonomie locali: ultima seduta della presidenza Bui, bilancio del primo mandato del ‘parlamentino’ degli enti locali

(Arv) Venezia 27 mag. 2022 –     Ultima seduta del Consiglio delle autonomie locali sotto la guida di Fabio Bui, presidente della provincia di Padova e sindaco di Loreggia al suo secondo e ultimo mandato. Con le amministrative del 12 giugno giungono infatti a scadenza i due mandati consecutivi da amministratore locale del politico padovano, che pertanto decadrà tra pochi giorni anche dal mandato elettivo di secondo livello nel Consiglio delle Autonomie locali del Veneto. Il ‘parlamentino’ degli enti locali, istituito con legge nel 2017 ed entrato in funzione nel 2019, e il Consiglio regionale, rappresentato dal suo presidente e dal segretario generale Roberto Valente, hanno salutato e ringraziato a palazzo Ferro Fini il primo presidente del Cal.
“Sono davvero grato al presidente Bui per come ha sempre condotto questo nuovo organo della Regione – ha affermato il presidente dell’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini - Non era facile avviarlo e renderlo operativo. Lo ringrazio per l’equilibrio dimostrato, la passione e la competenza, qualità che già avevo avuto modo di sperimentare da quando l’ho incontrato come collaboratore in Consiglio regionale nel 2005 e poi come sindaco e presidente della Provincia di Padova. Gli rivolgo a nome di tutto il Consiglio i migliori auguri per il suo futuro, perché ha ancora molta benzina nel suo motore”.

Il Consiglio delle autonomie locali del Veneto, organo consultivo costituito dai presidenti delle Province venete, da 14 sindaci della Città metropolitana e delle diverse province venete, dai rappresentanti di Upi, Anci, Uncem e Associazione Piccoli comuni, e da due consiglieri regionali (in rappresentanza della maggioranza e dell’opposizione), continuerà ad operare sotto la guida della vicepresidente, la sindaca di Maser. Nella seduta odierna il Cal ha dato via libera unanime al rendiconto generale della Regione Veneto per il 2021.

L’attività in numeri. Dal suo insediamento, avvenuto il 26 settembre 2019, il Cal si è riunito 35 volte e ha espresso 70 pareri su progetti di legge e proposte di deliberazione amministrativa in materia di bilancio e finanze regionali. L’Ufficio di presidenza del Cal ha dato 11 pareri su schemi di atti regolamentari o amministrativi della Giunta regionale, più una quindicina di consulenze a Comuni, Province e Città metropolitana in materia di contabilità pubblica per aiutare gli enti locali a raccordarsi con la sezione di controllo regionale della Corte dei Conti. La maggior parte dell’attività si è svolta in videoconferenza: una modalità dettata dall’emergenza pandemica, ma che ha anche facilitato la partecipazione dei suoi componenti, tutti amministratori, e abbattuto tempi e spostamenti.

Il ruolo del Cal. Previsto dal titolo quinto della Costituzione e dallo Statuto regionale del 2012 come strumento di raccordo e collaborazione istituzionale tra Regione e amministrazioni locali, il Cal è chiamato ad esprimere pareri obbligatori, ma non vincolanti, sui provvedimenti legislativi e amministrativi della Regione che impattano sul territorio e sulla vita di Comuni, Province, Città metropolitana e Comunità montane. “In questi anni il Consiglio delle autonomie locali – ha sottolineato Bui, salutando anche il sindaco di Villaverla, la sindaca di Lamon e la sindaca di Mirano e vicepresidente dell’Anci che decadranno anche loro con la scadenza elettorale di giugno - ha lavorato per essere uno strumento utile a migliorare il lavoro del legislatore regionale e per sostenere e supportare quello degli amministratori locali. Ci siamo sempre rapportati con il Consiglio e la Giunta con spirito costruttivo, per aiutare il legislatore e l’esecutivo regionale a mettere a terra nel modo migliore nuove disposizioni o interventi regolamentari. Il nostro compito non è quello di essere controparte del Consiglio regionale, o una commissione aggiuntiva, ma di arricchire l’iter istruttorio di una legge con le valutazioni e l’esperienza di chi poi sarà chiamato ad applicarla, a prescindere dal colore politico. In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro di squadra, ritrovandoci sulle cose che uniscono con l’obiettivo di trovare sempre la migliore soluzione ai problemi”.

Nell’ottica della leale collaborazione, il Consiglio delle autonomie locali del Veneto ha stipulato anche una intesa ad hoc con la Giunta regionale in materia di polizia locale.

Prospettive future. Il meccanismo di ricambio interno della rappresentanza degli enti locali consente al Cal di continuare a operare, senza soluzione di continuità. Conclusa la tornata del voto amministrativo di giugno si provvederà ai subentri e all’elezione del nuovo presidente.

“Questi tre anni hanno rappresentato un rodaggio importante per il nostro lavoro e la funzione che siamo chiamati a svolgere – ha concluso il presidente del Cal – Non siamo una seconda camera regionale o un orpello in più, ma uno strumento di democrazia e di confronto che aiuta a migliorare la qualità delle leggi. Sin dalla sua prima costituzione, nel 1970, la Regione si è interrogata su come dialogare e coinvolgere le amministrazioni locali nel governo del territorio e nella programmazione, sperimentando formule diverse: dall’istituzione dei comprensori (poi abbandonati) alla conferenza annuale con i comuni alla Conferenza Regione-Autonomie locali. L’istituzione del Consiglio delle autonomie locali risponde a questa istanza: rendere stabile, solido e operativo il confronto tra il decisore regionale e gli amministratori locali, mettendo a sistema la collaborazione istituzionale, nel rispetto della distinzione di ruoli e funzioni e, nel contempo, della pari dignità di rappresentanza democratica”.

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