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CRV - Dal Consiglio via libera unanime: la Sindrome da Fatica Cronica malattia invalidante.

PressRelease

CRV - Dal Consiglio via libera unanime: la Sindrome da Fatica Cronica malattia invalidante.

PressRelease

Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Oggi in Consiglio regionale del Veneto

31 luglio 2019, 17:16

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Politica - "Via libera all'unanimità al riconoscimento della Sindrome da Fatica Cronica quale malattia invalidante che dà diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria'"

(Arv) Venezia 31 lug. 2019 -      Nell corso della seduta odierna, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità il Progetto di Legge Statale n. 49, ‘Riconoscimento della Sindrome da Fatica Cronica (CFS) quale malattia invalidante che dà diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria’, di cui è primo firmatario Alberto Villanova (ZP), già licenziato dalla Quinta Commissione.

Il Relatore, Villanova, ha introdotto la discussione generale: “Con questa proposta normativa, si vuole far riconoscere la sindrome da fatica cronica (CFS), anche nota come encefalomielite mialgica benigna, come patologia, oltre a prevedere l'esenzione dal pagamento dei ticket e dei farmaci eventualmente prescritti per la loro cura. La Sindrome da Fatica Cronica, viene descritta da un recente rapporto dell'Institute of Medicine (lOM), pubblicato nel febbraio 2015, come una malattia "sistemica, complessa, cronica e grave", caratterizzata da una profonda stanchezza, disfunzioni cognitive, alterazioni del sonno, dolore e altri sintomi, che peggiorano dopo uno sforzo di qualsiasi tipo. Molte persone con CFS hanno difficoltà a completare le attività quotidiane e almeno un quarto di esse è stata obbligata a letto per tempi prolungati a causa della malattia. La malattia può quindi avere ricadute sociali importanti per quanto riguarda il mondo del lavoro o delle attività professionali in generale, poiché può indurre ad assenza dal posto di lavoro o al vero e proprio isolamento sociale. Si stima che la Sindrome da affaticamento cronico colpisca dalle 200-300 mila persone in Italia, soprattutto donne. Molto è stato fatto per la diffusione dell'informazione su questa patologia e senza dubbio oggi molte istituzioni e medici più spesso che nel passato, sospettano o fanno diagnosi di questa patologia nell'ambito della loro attività medica. Pur tuttavia, a livello normativo, la patologia non è ancora stata disciplinata e i pazienti hanno così grandi difficoltà, non solo nel fare riconoscere la propria patologia, ma nel farsi curare o accettare. La Costituzione sancisce il diritto alla salute ed è quindi dovere dello Stato riconoscere anche a chi soffre di sindrome da fatica cronica le cure, le spese mediche e gli esami diagnostici necessari, cosi come per altre malattie invalidanti. Per queste ragioni si ritiene doveroso l'inserimento della sindrome da fatica cronica tra le malattie invalidanti che danno diritto ali 'esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni sanitarie. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, il Ministero della Salute dovrà individuare criteri oggettivi ed omogenei per l'identificazione delle condizioni cliniche gravi, ed entro sei mesi, dovrà individuare presidi sanitari pubblici, già esistenti, per la diagnosi e la cura della sindrome da fatica cronica. Si prevede che le Regioni possano individuare idonee strutture diagnostiche e riabilitative per i soggetti malati. Il Ministero dovrà altresì definire, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge in esame, le linee guida che consentano alle regioni stesse di predisporre una rilevazione statistica dei soggetti affetti da sindrome da fatica cronica al fine di approntare mirati e specifici Protocolli terapeutici riabilitativi, volti a garantire prestazioni specialistiche appropriate ed efficaci, l'impiego di farmaci per il controllo dei sintomi, il monitoraggio e la prevenzione”.

La proposta normativa, nel corso del dibattito in aula, è stata appoggiata in particolare dai consiglieri Ruzzante (LeU) e Zottis (PD).

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