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CRV - Cultura: Premio Rigoni Stern 2019 a Marco Balzano con l'opera 'Resto qui'.

PressRelease

CRV - Cultura: Premio Rigoni Stern 2019 a Marco Balzano con l'opera 'Resto qui'.

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Consegnato oggi a Venezia, presso palazzo Labia.

15 giugno 2019, 14:27

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cultura - Venezia, Premio Rigoni Stern 2019 a Marco Balzano con l'opera 'Resto qui'.

(Arv) Venezia, 15 giu. 2019 - Consegnato oggi a Venezia, presso Palazzo Labia, sede regionale della Rai, il Premio Mario Rigoni Stern 2019, assegnato a Marco Balzano, autore dell’opera “Resto qui” edita da Einaudi. La cerimonia di consegna è stata l’occasione per menzionare anche le altre opere che la Giuria ha ritenuto particolarmente meritevoli, ovvero “Il Pastore di Stambecchi” di Irene Borgna, Ponte alle Grazie; “La Strada delle Gallerie” di Claudio Rigon, edizioni CAI di Schio; “Veloce la vita” di Sylvie Schenk, tradotto da Franco Filice, edito da Keller. Assegnato a Mandra Schennach e Gianluigi Rocca il Riconoscimento “Guardiano dell'Arca - Osvaldo Dongilli”, riservato a persone, o associazioni, distintesi nella salvaguardia e valorizzazione della montagna.

Giunto alla nona edizione, il Premio letterario “Mario Rigoni Stern - per la letteratura multilingue delle Alpi” - istituito con l’intento di onorare la memoria dello scrittore asiaghese perpetuandone i valori di fratellanza tra i popoli, di rispetto dell’ambiente e dell’umanità alpina e promuovendo un concorso tra opere di narrativa e saggistica dedicate alle Alpi, al loro paesaggio e alle loro genti - ha avuto quest’anno come temi portanti la Tempesta Vaia dello scorso autunno, i boschi schiantati del Nordest, in particolare sull’Altopiano dei Sette Comuni, del Bellunese e del Trentino, e la riforestazione. Componenti della Giuria, i professori Ilvo Diamanti, Paola Maria Filippi e Mario Isnenghi, lo storico Daniele Jalla e lo scrittore Marco Albino Ferrari.

La cerimonia di consegna del Premio, il cui Presidente è il giornalista altopianese Franco Frigo, è stata suddivisa in due eventi collegati tra loro: il primo evento si è svolto questa mattina a Venezia ed è stato preceduto dalle conferenze della ricercatrice agordina della facoltà di Lettere dell’Università di Padova Sara Luchetta, che ha indagato sul rapporto “uomo-bosco-natura” nell’opera di Mario Rigoni Stern, e di Daniele Zovi, ex comandante del Corpo Forestale dello Stato in Veneto che ha sviluppato la questione della riforestazione dei boschi distrutti dalla Tempesta Vaia, e dall’esecuzione di brani musicali da parte del Coenobium Vocale di Piovene Rocchette (VI) diretto da Maria Dal Bianco. Il secondo evento si terrà domani, domenica 16 giugno, presso il Teatro Millepini di Asiago (VI) durante il quale interverranno, tra gli altri, anche Marco Paolini e Gianfranco Bettin, vincitori dell’edizione 2018 del Premio.

In rappresentanza del Consiglio regionale del Veneto è intervenuto il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa Bruno Pigozzo che, nel porgere i saluti istituzionali, ha ringraziato innanzitutto “la Rai del Veneto e il suo direttore Giovanni De Luca che non solo si è prodigato per ospitare la cerimonia di premiazione a palazzo Labia, ma ha sempre sostenuto con estrema attenzione e disponibilità questa manifestazione, confermando il ruolo di motore culturale svolto dalla Rai del Veneto, diversamente da quanto accade con altre testate pubbliche che magari danno spazio a singolari menestrelli contemporanei dai leggiadri nomi di Scarface e Tritolo con le loro volgarità indegne di una società civile”. Di seguito, il Vicepresidente Pigozzo ha ringraziato i componenti della Giuria,  coordinati da Margherita De Tomas, nonché il Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Valente, sottolineando poi il ruolo dei promotori e dei sostenitori dell’iniziativa, e quindi i Comuni di Asiago e di Riva del Garda, la Provincia autonoma di Trento e la Regione del Veneto, Fiere e Congressi di Riva del Garda, il Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina, a cui si affiancano il Circolo Ars Venandi, la Federazione Italiana della Caccia, l’Itas Mutua e la Rigoni di Asiago. “Un pensiero carissimo a Sergio Frigo - ha aggiunto il Vicepresidente Pigozzo - presidente del Comitato promotore del Premio e autentico quanto instancabile motore dell’iniziativa. E naturalmente la famiglia Rigoni Stern a iniziare dalla signora Anna Maria e dai suoi figli, instancabili custodi della memoria di Mario Rigoni Stern, tra le voci più autorevoli del Novecento europeo”.

“I boschi sono stati posti al centro di questa edizione del Premio - ha ricordato il Vicepresidente Pigozzo - a rammentare non solo l’amore del letterato asiaghese per le sue foreste, ma anche quanto accaduto nell’autunno scorso. Diceva Mario Rigoni Stern che “La letteratura è una foresta. Ci sono alberi grandi e bellissimi che superano gli altri: si chiamano Omero, Tucidide, Virgilio, Dante, Boccaccio, Cervantes, Shakespeare, Leopardi. Dove la foresta alpina si dirada e la montagna diventa nuda, lassù cresce l’albero più piccolo della terra: il salice nano. Nella foresta della letteratura io sono un salice nano”. Parole che ci permettono di capire l’umiltà di questo artigiano della scrittura capace però di dar voce come pochi ai sentimenti e alle sensazioni delle persone umili e semplici. Come i nostri boschi sono stati messi a repentaglio non solo dall’uragano dello scorso ottobre ma anche, e ben prima, dalla maleducazione, dall’inciviltà e da un consumismo sfrenato, anche la foresta della letteratura viene messa a rischio: solo 6 italiani su 10 leggono almeno un libro all’anno e sfiora il 30 per cento la quota di cittadini tra i 25 e i 65 anni con forti limitazioni nella comprensione e lettura: lo scenario dell’analfabetismo di ritorno è devastante come l’uragano che sconvolge il territorio. Mario Rigoni Stern aveva lanciato già da tempo l’allarme da suo pari, da esperto non solo del bosco ma anche dell’anima. Aveva capito come - citandolo - “la violenza, l’angoscia, il malvivere, l’apatia e la solitudine, siano da imputare in buona parte all’ambiente generato dalla nostra civiltà”. Ambiente fisico, ma ancor prima spirituale, un habitat inquinato in tutti i sensi. La lettura, la poesia, la letteratura così come la scienza ma anche il sapersi rimettere in gioco sono l’antidoto a questa malattia ed ecco allora che gli scrittori premiati o segnalati, e i Guardiani dell’Arca, si trasformano in quei medici dell’anima, come medico dell’anima era Mario Rigoni Stern, di cui abbiamo bisogno e ai quali diciamo grazie per quanto fanno nell’essere argine all’incompetenza dilagante che non solo distrugge boschi, foreste, mari, paesaggi ma annienta anche lo spirito e l’animo dei più semplici”.

Il Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto Roberto Valente, componente del Comitato scientifico del Premio, ha ricordato con soddisfazione che “Quest’anno per la seconda volta Venezia ospita il Premio Mario Rigoni Stern, a Palazzo Labia, un evento di grande importanza per il livello di coinvolgimento della Regione del Veneto e in particolare per il Consiglio regionale che ha voluto fin dall’inizio di questa legislatura prendere in mano il premio in funzione di una presenza importante in esso dell’ente regionale. Da componente del Comitato scientifico del Premio, non posso non rilevare il successo di questa edizione, tanto dal punto di vista organizzativo, grazie alla gestione della Presidente Sergio Frigo, quanto dal punto di vista del coinvolgimento della famiglia Rigoni Stern che ha partecipato attivamente alle scelte organizzative. L’auspicio è che il Premio Mario Rigoni Stern possa continuare a crescere: questo è d’altra parte l’intendimento dell’Amministrazione regionale, e dell’Assemblea legislativa in particolare, affinché questo scrittore veneto sia confermato quale una tra le voci più importanti nel panorama della letteratura italiana del novecento”.

“Inevitabile il riferimento ai boschi feriti della Tempesta Vaia - ha sottolineato il Presidente del Premio Sergio Frigo - fu proprio Rigoni Stern ad intravvedere, in tempi non sospetti, la fragilità dei boschi ricostruiti nel corso del dopoguerra quando nel ’98 ricevette la Laurea honoris causa in Scienze Forestali da parte dell’Università di Padova. L’opera e la vita di Mario Rigoni Stern ha sempre trattato la questione dei limiti dello sviluppo, e sotto questo punto di vista il suo fu quindi un grido d’allarme ante litteram”. Con il Presidente Frigo, il vincitore del Premio Rigoni Stern 2019 e gli scrittori segnalati dalla Giuria. Il vincitore è Marco Balzano con l’opera “Resto qui” edito da Einaudi, un racconto che ricostruisce una pagina controversa della storia altoatesina-sudtirolese: l’acqua che sommerge il paese di Curon Venosta-Graun im Vinschgau, all’estremo nord dell’Italia, appare come una metafora delle decisioni politiche dei regimi fascista e nazista che travolgono un’intera comunità creando insanabili fratture in un tessuto familiare e sociale che faticherà decenni per ritrovare una nuova coesione. “Credo che Mario Rigoni Stern - sono le parole del vincitore di questa edizione del Premio - ci abbia insegnato un’etica della scrittura e un’etica della scrittura speculare a un’etica del progresso, perché ci ha indicato fino a dove ci possiamo spingere senza fare del male alla natura, e quindi alla democrazia. Questo risuona sia nei fatti che racconto, sia nei fatti che sono successi tra le montagne venete e trentine nello scorso autunno”.

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