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Experience Design, per vivere la casa “in tutti i sensi”

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Experience Design, per vivere la casa “in tutti i sensi”

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Responsabilità editoriale di I Press

Le teorie delle neuroscienze legate ai bisogni abitativi e alla compravendita di immobili con l’Experience Designer Carmela Palumbo

07 febbraio 2019, 15:06

I Press

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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«La vostra casa è il vostro corpo più grande», scriveva il poeta Khalil Gibran. Un corpo dove all’interno delle pareti pulsa il cuore di chi lo abita, alla ricerca di emozioni e suggestioni, percezioni fisiche e sensazioni psicologiche. È un concetto ancestrale: la risposta ai bisogni primitivi di protezione, calore e intimità. È il punto di partenza per un nuovo Umanesimo, dove l’uomo ritorna al centro, dove il vero “lusso” diventa il benessere, il comfort, l’equilibrio. Una filosofia dell’abitare che oggi viene affrontata con la metodologia progettuale dell’Experience design per il raggiungimento di una “Casa felice”, citando le parole di Carmela Palumbo, poliedrica progettista d’interni specializzata nel restyling esperienziale.

«Che sia una nuova abitazione o una location da ristrutturare, l’architettura della nostra casa cambia in concomitanza con gli eventi che accadono nella nostra vita. Al mutamento esistenziale corrisponde il cambiamento e la rimodulazione dei nostri spazi, e viceversa. Perché la nostra personalità si guarda allo specchio ogni qualvolta varchiamo la soglia di casa, della nostra casa», afferma Carmela Palumbo, siciliana impegnata nella conduzione di workshop esperienziali (ideati dalla stessa) che in Svizzera - e pochi giorni fa anche nel capoluogo etneo grazie al gruppo Re/max City Home - hanno ottenuto un interessante riscontro di pubblico.

«La casa deve sì essere funzionale e rispecchiare la personalità di chi la vive, ma questo non è sufficiente – sottolinea l’experience designer, consulente corporate per gruppi del settore Real Estate – nella progettazione di nuova generazione, quella che trasforma lo spazio abitativo in un corpo che ci abbraccia, ci protegge e ci rigenera, è fondamentale l’esperienza dei cinque sensi. Qui entrano in gioco le neuroscienze, con criteri oggettivi di percezione che si applicano alla distribuzione degli spazi, alla scelta dei colori, delle texture, delle luci e di ogni altro materiale che caratterizza i nostri ambienti e che influenza i nostri d’animo», continua Carmela Palumbo.

Si tratta dell’arte del Feng Shui? «L’obiettivo è uguale: il benessere della persona – dichiara la designer – Il Feng Shui è un’arte, una filosofia orientale che in Occidente facciamo fatica a fare nostra. Il mio approccio prende spunto e utilizza le regole della natura stessa che ci tiene in vita, alle quali tutti siamo soggetti allo stesso modo in quanto esseri umani. Gli effetti di queste leggi sono oggi confermate dalle neuroscienze. Il Design esperienziale sfrutta elementi sensoriali per creare un’atmosfera positiva, carica di energia, che si fonda sulla natura, andando in profondità, fino alle radici, dove l’empatia tra chi progetta e chi usufruirà degli spazi diventa fondamentale e imprescindibile. Gli elementi materiali vengono scelti per le loro caratteristiche intrinseche e selezionati in base alla soggettività di ciascuno. Come le emozioni: uguali e allo stesso tempo diverse per ognuno di noi».

Un approccio professionale che Carmela Palumbo studia con costanza da anni, un know how - personalissimo e non convenzionale - attorno al quale ruotano con trasversalità diverse discipline, tra cui anche la prossemica, le strategie di marketing sensoriale, la psicologia della forma e della percezione» – e che recentemente, con acuta intuizione, sta applicando con interessanti risultati al settore immobiliare.

«La maggior parte delle case in vendita – spiega la designer – viene presentata in condizioni spoglie e di degrado. La potenzialità abitativa di un immobile viene lasciata all’immaginazione dell’acquirente, che spesso deve sforzarsi di rappresentare gli spazi ideali nella sua mente, con una visione lungimirante che non tutti riescono ad avere, perché richiede know-how, esperienza e competenze specifiche. Di contro, il venditore non riesce a esprimere appieno il valore funzionale ed economico della casa, le sue potenzialità, il non percepito, perché non ha gli strumenti per comunicarlo. L’Experience Design può colmare questo gap, avvalendosi del restyling esperienziale e anche, per esempio, delle tecnologie: basti pensare alla realtà immersiva».

Dall’idea ai fatti, Carmela Palumbo conduce il visitatore tra le stanze e i corridoi degli immobili in vendita offrendo direttamente la loro visione futura: «Gli occhiali 3D VR, proiettano il rendering degli spazi, riconfigurati e arredati secondo i principi del restyling esperienziale – spiega l’esperta – una fruizione arricchita e immersiva, che può accelerare il motore del comparto immobiliare, spesso ingolfato dalle incognite e dalle incertezze della ristrutturazione».

«Il laboratorio esperienziale – conclude Carmela Palumbo – ha l’obiettivo di restituire concretamente l’immagine della nostra abitazione ideale, quella autentica e cioè lontana da influenze altrui e mediatiche». Una casa che parli di noi e con noi.

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