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Come capire se un whisky è di qualità: i consigli degli esperti

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Come capire se un whisky è di qualità: i consigli degli esperti

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Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.

25 novembre 2020, 12:54

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Come si degusta un whisky per apprezzarne fino in fondo le qualità? Lo abbiamo chiesto agli esperti di Aquavitae.shop, e-commerce specializzato nella vendita online di whisky di qualità.

Come ci si approccia all’assaggio del whisky?

Prima di tutto è importante verificare l’aspetto dell’imballo e della bottiglia, questo passaggio serve a capire da quanto tempo e come è stata conservata la bottiglia, purtroppo alcune bottiglie rimangono per molto tempo ferme in magazzini non idonei e rischiano di essere state sottoposte a condizioni non favorevoli per un buon invecchiamento. Il whisky come il vino soffre i cambi repentini di temperatura, la luce diretta e i troppi spostamenti di corrieri non idonei. Il sentore poi, è il primo aspetto da percepire dal punto di vista sensoriale. Se nel momento in cui si avvicina il bicchiere al naso si avvertono dei sentori alcolici si può stabilire che il prodotto è di qualità modesta. Passando all’assaggio, è importante riuscire a riconoscere i sapori, ma ancora più essenziale è evitare di ritrovarsi con il palato irritato o anestetizzato. Ciò non deve fare pensare, però, che per un whisky buono sia indispensabile sborsare centinaia di euro; al tempo stesso, sarebbe sbagliato associare a un prodotto commerciale l’attributo di qualità modesta. Non è raro imbattersi in distillati eccellenti con prezzi a partire dai 20 euro.

Come si fa a trovare un whisky di qualità?

I prodotti migliori sono stati lasciati invecchiare per almeno una decina di anni; inoltre vale sempre la pena di rivolgersi a un brand conosciuto e fedele alla propria tradizione. Esistono però micro distillerie o distillerie meno conosciute di ottima qualità, difficili da trovare: è qui che entrano in gioco i siti specializzati, sempre pronti a proporre nuove etichette preventivamente degustate e selezionate da esperti nel settore.   Dopo aver comprato la bottiglia, poi, è indispensabile leggere l’etichetta, così da verificare se i sentori che si percepiranno saranno in linea con gli ingredienti indicati. Il carattere del whisky dipende in primo luogo dalla distillazione, oltre che dalla maturazione all’interno delle botti di legno. Anche questo secondo aspetto è importante: il profilo del distillato varia a seconda del legno delle botti, del tempo di permanenza del distillato al loro interno e del luogo in cui esse sono state messe.

Come si svolge l’invecchiamento?

Sono due le fasi che costituiscono l’invecchiamento, e per ognuna di esse si ricorre a un tipo di legno differente; lo scopo è quello di fare in modo che il whisky assuma una maggiore corposità. Il disciplinare in vigore in Scozia prevede un invecchiamento non inferiore ai 3 anni. I tempi sono più lunghi, però, quando si desidera ottenere una maggiore varietà aromatica. Per quel che riguarda le botti, non sono nuove: si utilizzano quelle che in precedenza sono servite per il vino, per lo sherry o per il bourbon. Questa consuetudine vige non solo in Scozia, ma anche in Irlanda: si ritiene che le botti usate contribuiscano a migliorare il sapore e la qualità del prodotto.

Come si produce il whisky?

Il procedimento da seguire, come si può facilmente intuire, prevede delle fasi ben precise: si comincia con il maltaggio, si prosegue con l’infusione e si continua con la fermentazione; poi è la volta della distillazione e dell’invecchiamento. Il whisky secondo l’accezione odierna è nato in Scozia, anche se il produttore migliore è il Giappone, perché in questo Paese ci sono le condizioni ideali per la coltivazione dell’orzo. Questo cereale, una volta raccolto, viene sottoposto a pulizia e poi messo ad asciugare; a quel punto viene convogliato all’interno di enormi vasche riempite con acqua a una temperatura di 15 gradi, dove rimane in ammollo per un paio di giorni.

A che cosa serve questo passaggio?

Prima di tutto va detto che a volte basta un’immersione di 36 ore: la quantità di tempo viene definita in base al livello di assorbimento del cereale. L’orzo viene estratto dopo che i chicchi sono diventati saturi, cioè con un tasso di umidità interno del 50%. Dopodiché il cereale viene lasciato per alcuni giorni per terra, in modo che possa germinare: viene fatto essiccare per evitare che si formi una pianta nuova. Per tale metodo in Scozia si ricorre al fumo di torba, da cui dipende il carattere penetrante e pungente del whisky.

Quindi è la volta dell’infusione, giusto?

Sì: si macina l’orzo e lo si immerge in acqua calda in modo che si possano sciogliere gli amidi, e che questi vengano trasformati in zuccheri dagli enzimi. Si ottiene in questo modo il mosto: da 10 litri derivano 70 cl di whisky. L’acqua che viene impiegata, ovviamente, non è quella del rubinetto, ma deve provenire da una sorgente molto pura. Questa è la ragione per la quale le distillerie vengono costruite vicino a sorgenti naturali.

Come prosegue il processo di produzione del whisky?

Il mosto che è stato ottenuto deve essere separato, in modo che la parte solida possa essere rimossa. Quindi si aggiungono dei lieviti selezionati e dell’acqua. Lo step successivo prevede di passare il mosto all’interno di contenitori di grandi dimensioni in acciaio o in legno: serve a portare a termine la conversione dello zucchero in alcol e anidride carbonica. In genere ci vogliono quattro giorni, dopo i quali si ha a che fare con una specie di birra. Così si giunge al momento più importante, che è quello della distillazione. Si mette il mosto fermentato all’interno di un alambicco di rame che è stato portato fino a quasi 100 gradi di temperatura tramite il vapore.

A che cosa serve il vapore?

L’evaporazione favorisce la scomparsa di diverse sostanze; attraverso le serpentine riscaldate, infatti, la maggior parte dell’alcol viene separata dall’acqua, la quale rimane sul fondo. In seguito all’evaporazione, le sostanze che si sono separate vengono riportate allo stato liquido, attraverso il raffreddamento del fondo dell’alambicco. È così che i vapori dell’alcol si condensano, mentre una ulteriore distillazione permetterà di far sparire tutte le molecole dannose per la salute.

È vero che il whisky deve essere bevuto insieme con l’acqua?

A dir la verità ci sono varie scuole di pensiero da questo punto di vista. La versione più comune è che il whisky debba essere consumato a temperatura ambiente così com’è, ma così facendo l’esperienza è poco piacevole. Conviene, invece, bere un po’ di whisky e poi dell’acqua fresca per eliminare l’effetto alcolico anestetizzante.

Cosa vendete sul vostro shop online?

Per scoprirlo è sufficiente navigare sul sito aquavitae.shop: siamo specializzati nella vendita online di whisky, e tutte le bottiglie che fanno parte del nostro catalogo provengono da una meticolosa selezione. Si tratta di prodotti che arrivano dai migliori imbottigliatori e dalle migliori distillerie, con proposte di pregio e spesso rare. Al momento disponiamo di oltre 350 etichette (che a breve arriveranno a 600) con oltre 1500 bottiglie disponibili. La nostra attenzione ad ogni singola bottiglia è attenta e curata. Le controlliamo e incellofaniamo una ad una per garantire un prodotto integro fino alla consegna dei nostri acquirenti.

Oltre il 98% dei prodotti attualmente presenti sul sito WEB sono realmente disponibili e stoccati nel nostro magazzino termocontrollato.

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