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Ricerca del personale e Intelligenza Artificiale

PressRelease

Ricerca del personale e Intelligenza Artificiale

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Responsabilità editoriale di FATTORETTO Srl

18 maggio 2021, 10:51

FATTORETTO Srl

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le tecnologie più avanzate sono ormai fedeli compagne della ricerca di personale: viene spontaneo chiedersi come sia possibile che due mondi apparentemente così lontani possano avere punti in comune. Ecco un approfondimento su come la ricerca e selezione del personale si avvale dell’Intelligenza Artificiale: Reverse, società specializzata nella ricerca personale e nell'«agile headhunting» ci spiega come essere più furbi delle macchine.

E’ ormai risaputo che i curricula di chi cerca lavoro e si candida tramite i portali di aziende e agenzie di ricerca del personale vengano “letti” quasi sempre da software prima che da persone in carne ed ossa. Come funziona nel dettaglio questo processo? Come deve comportarsi chi è in cerca di una nuova occupazione?

Dietro il portale tramite cui inviare il proprio cv molto spesso lavora un algoritmo che elabora le informazioni secondo i parametri su cui è stato “istruito” e restituisce al recruiter una serie di informazioni. Soprattutto segnala al recruiter quali cv sono in linea con la ricerca in corso e quali no. Quindi molti cv non arrivano neanche agli occhi di un recruiter in carne ed ossa.

La chiave per il successo sta quindi nel “piacere” all’algoritmo, nel fare in modo che il proprio cv superi questa prima fase della ricerca di personale fatta dall’Intelligenza Artificiale. Per farlo è necessario conoscere come funzionano questi potenti algoritmi.

I software di ricerca di personale lavorano per parole chiave: sanno quali sono i termini che non possono mancare per la ricerca in corso (sono stati istruiti precedentemente dal selezionatore umano) e assegnano quindi un punteggio minore o maggiore ai cv che contengono queste parole strategiche per quella determinata posizione.

Ecco perché si consiglia di avere un cv specifico per ogni posizione a cui ci si candida: lo stesso ruolo se svolto in un’azienda del fashion o del banking può essere declinato in maniera molto diversa, e sta al candidato inviare la versione del proprio cv che contiene più parole in linea con la posizione, l’azienda e il settore per cui si sta candidando. Così che il software trovi le parole chiave che pesano di più e segnali il cv come valido.

Questo non vuol dire inventare esperienze che non si hanno ma dare maggiore enfasi agli aspetti congruenti con il proprio obiettivo, volta per volta diverso.

C’è poi un altro aspetto su cui ognuno di noi quando veste i panni di candidato ha meno potere, ma che è necessario conoscere. Le aziende ragionano in maniera in parte simile agli e-commerce. I siti di vendita online ci propongono prodotti che potrebbero interessarci sia sulla base delle pagine che abbiamo visitato sia in base ai prodotti acquistati da utenti con profili simili al nostro. Allo stesso modo le aziende sanno che certe tipologie di persone performano meglio all’interno della loro organizzazione, e quindi tendono a preferire persone con le stesse caratteristiche. E istruiscono quindi gli algoritmi a scovare questi profili. Una buona tattica quindi può essere quella di osservare i profili online di chi già lavora nell’azienda per cui ci si vuole candidare, leggere i loro post e tutto ciò che troviamo online, e a quel punto adattare il nostro cv segnalando le nostre esperienze e caratteristiche più in linea con quelle dell’azienda in cui ambiamo di entrare.

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