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Italia Rimborso, l’azienda italiana tra le eccellenze comunitarie del litigation funding

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Italia Rimborso, l’azienda italiana tra le eccellenze comunitarie del litigation funding

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Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.

21 maggio 2021, 10:00

SEO Cube S.r.l.

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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È una delle nove piattaforme di litigation funding attive nell’ambito dell’Unione Europea, l’unica italiana citata dallo studio comunitario sulle "Responsible private funding of litigation": ItaliaRimborso è sempre più una realtà consolidata nel rispondere alle richieste di assistenza legale da parte dei passeggeri delle compagnie aeree che hanno subito un disagio o un disservizio.

Claim company europee, c’è anche un pizzico di Italia

C’è anche un’azienda italiana tra le eccellenze comunitarie del litigation funding e, in particolare, del third-party litigation funding, ovvero il finanziamento della controversia da parte di terzi, un fenomeno ampiamente diffuso in vari Paesi, anche europei, ma che da noi è ancora poco conosciuto. L’eccezione si chiama https://www.italiarimborso.it/, claim company che da tempo ormai assiste passeggeri vittime di disservizi aerei come voli cancellati e voli in ritardo, fornendo loro assistenza legale gratuita, senza applicare commissioni, trattenute o costi di alcun tipo (che sono a esclusivo carico della compagnia aerea inadempiente).

Italia Rimborso, la start up che assiste i viaggiatori

Questa start up innovativa, nata in Sicilia e composta da professionisti under 40, opera nel rispetto del Regolamento Europeo 261/04 e si è imposta subito come puntodi riferimento nazionale per tutti i consumatori che abbiano bisogno di richiedere un risarcimento in seguito a un disservizio da parte della compagnia aerea, quali ad esempio cancellazione, ritardo, overbooking dei voli, oppure danneggiamento e/o smarrimento bagagli.

Soltanto negli ultimi due anni – con una forte accelerazione dopo il caos provocato dalla pandemia sul settore dei trasporti – la claim company italiana ha permesso ai passeggeri di ottenere oltre 2,5 milioni di euro in risarcimenti, con una percentuale di sentenze vinte pari al 97,5%. Tra le ultimissime sentenze, si possono citare gli esiti positivi dei ricorsi al Giudice di Pace (passaggio necessario nel caso in cui il vettore aereo non riconosca il danno in un componimento bonario) contro Czech Airlines, Islandair, Aegean Airlines, Tunisair, Neos, Orange To Fly, Volotea e Ryanair/Laudamotion, tutte concluse con riconoscimento del risarcimento per il passeggero danneggiato.

Lo studio europeo sul third-party litigation funding

Ancora più rilevante è però il riconoscimento arrivato nel documento “Responsible private funding of litigation”, pubblicato a marzo dalla Direzione Generale per i servizi di ricerca del Parlamento Europeo: questo studio - curato da Jérôme Saulnier con Ivona Koronthalyova e Klaus Müller della Direzione Generale per i servizi della ricerca del Parlamento Europeo, in collaborazione con le professoresse Cristina Poncibò e Elena D'Alessandro dell'Università degli Studi di Torino (per la redazione dell’annesso lavoro sulla valutazione del valore aggiunto europeo) – ha infatti analizzato il settore del third-party litigation funding e fotografato il settore a livello comunitario, riconoscendo solo 9 piattaforme che operano nel Vecchio Continente.

Insieme a due aziende tedesche, due dei Paesi Bassi e una rispettivamente per Lussemburgo, Regno Unito, Irlanda e Belgio, c’è proprio Italia Rimborso, che quindi è l'unica claim company italiana che è stata oggetto di questo importante studio, che ha analizzato anche i possibili scenari legali futuri del TPLF. Secondo gli autori, infatti, un quadro normativo responsabile del finanziamento della controversia da parte di terzi dovrebbe mirare a ridurre i costi, semplificare le procedure non necessarie, aumentare la prevedibilità dei costi e fornire servizi efficienti a costi proporzionati agli importi controversi, senza trascurare gli aspetti contrattuali, etici e procedurali e le possibili opzioni politiche al riguardo.

Il potenziale valore aggiunto europeo del settore

Nello specifico, la ricerca ha stimato il valore aggiunto europeo (European added value, EAV) per due alternative, vale a dire uno scenario di approccio normativo moderato contro uno forte, utilizzando un quadro concettuale analitico standard benefici-costi. Per lo scenario di approccio normativo moderato, l’EAV è stato valutato in 187 milioni di euro, mentre con l’altro approccio sarebbe di 229 milioni di euro. Entrambi questi modelli alternativi dovrebbero comunque consentire un livello più alto di garanzia per i diritti dei richiedenti, dicono gli autori, pur consentendo una flessibilità adattata per i finanziatori privati. Inoltre, questo approccio di finanziamento responsabile garantirebbe di mantenere ragionevoli i costi di responsabilità per le imprese e i costi di accesso alla giustizia.

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