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Dott. Gianvito Tavano: come riconoscere la sindrome da visione al computer

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Dott. Gianvito Tavano: come riconoscere la sindrome da visione al computer

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Responsabilità editoriale di PRIMA PAGINA ITALIA

Oggi la grande diffusione dei sistemi informatici per motivi lavorativi e non, ha creato i presupposti per una nuova serie di problematiche riguardanti sostanzialmente due apparati del nostro organismo: quello visivo e quello osteoarticolare che possono anche essere interdipendenti. Parliamo dei sintomi e dei rimedi per la sindrome da visione al computer con il Dott. Gianvito Tavano, oculista.

03 ottobre 2020, 00:53

PRIMA PAGINA ITALIA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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VIDEO INTERVISTA DOTT: GIANVITO TAVANO OCULISTA

 

Quella che oggi viene definita “Computer Vision Syndrome” comprende una serie di disturbi che possono verificarsi durante l’utilizzo del Pc.

Bruciori oculari, occhio rosso e secchezza oculare hanno un comune unico denominatore: l’eccessiva evaporazione del film lacrimale motivata, soprattutto, dallo scarso ammiccamento palpebrale da parte di coloro che sono davanti al monitor.

L’affaticamento visivo e lo sfuocamento visivo possono essere primari dovuti ad eccessivo uso del Pc e/o secondari a difetti visivi misconosciuti o non ben corretti.

Anche un non perfetto equilibrio muscolare dei movimenti degli occhi (strabismi manifesti o latenti, deficit della convergenza, ecc) possono causare disturbi visivi.

Ovviamente le patologie oculari che possono compromettere la vista sia come acuità visiva sia come campo visivo hanno lo stesso risultato.

 

Il fattore età nella sindrome da visione al computer.

 

Una particolare attenzione va data all’età. Dopo i 40-45 anni la capacità di messa a fuoco per vicino diminuisce. Tale difetto visivo è noto come presbiopia. Ne risulta la necessità di un’adeguata correzione ottiva per vicino ad una distanza di circa 35 cm; lo schermo del computer è tuttavia mediamente sui 50-60 cm (a meno che non si tratti di un dispositivo portatile).

Anche l’ambiente di lavoro riveste un ruolo importante. La posizione dello schermo deve essere frontale e lo spigolo superiore deve essere un po’ al di sotto dell’asse visivo dell’operatore. La luminosità dello schermo deve essere identica a quella ambientale onde evitare un ulteriore sforzo di messa a fuoco (accomodazione). La luce proveniente dalle finestre non deve essere posta alle spalle o di fronte alla postazione di lavoro ma perpendicolarmente. La tastiera e la scrivania dovrebbero essere di colore scuro e opaco onde evitare effetti riflettenti.

L’attività lavorativa ideale presuppone una pausa di 15 minuti ogni due ore a meno che, a livello individuale, ci siano delle esigenze particolari evidenziate dal medico oculista o dal medico competente. Quindi “occhio al computer”, uno strumento insostituibile che va utilizzato in maniera appropriata.

INFO

Vedi anche:

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Dott. Gianvito Tavano: sintomi del COVID-19, la congiuntivite è uno di essi?

 

Correggere i difetti refrattivi. Ne parliamo con il dott. Gianvito Tavano, oculista.

 

 

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