Le immagini che in questi giorni
giungono dalle località turistiche e dai siti culturali parlano
chiaro: il turismo è ripreso. La fase pandemica pare archiviata
con numeri e presenze che, però, preoccupano alcune comunità:
troppe persone, deregulation, risorse economiche che paiono
ritorcersi contro la conservazione e l'integrità del nostro
patrimonio. Che il turismo culturale sia una risorsa
imprescindibile per il nostro Paese è ovvio. Immaginare quale
sia la sua strategia sul lungo periodo rappresenta una sfida
fondamentale di questa fase storica, alla quale il mondo
accademico non si sottrae. L'Università Ca' Foscari è in prima
fila in questa azione di immersione nel proprio territorio di
riferimento: se fossero le stesse comunità locali a decidere
come e quanto promuovere, aprire e narrare i loro territori?
L'ateneo veneziano è capofila della linea 9 (Crest) del
progetto Changes, che attraverso i fondi del Pnrr si propone di
valorizzare le realtà locali: unendo le forze di differenti
dipartimenti ha avviato un lavoro di ricerca interdisciplinare
per ripensare il turismo culturale partendo dal patrimonio
materiale e immateriale, e declinandolo in chiave partecipativa.
L'obiettivo principale del progetto è coinvolgere attivamente le
comunità per proporre modelli di sviluppo sostenibili e
costruire intorno ad essi nuove narrazioni che sappiano cogliere
la sfida del cambiamento climatico e della trasformazione
digitale, approdando a soluzioni realmente condivise e
innovative.
"L'avvio di questo progetto mi rende particolarmente felice
avendolo personalmente seguito fin dai suoi esordì -ha detto la
rettrice di Ca' Foscari Tiziana Lippiello - .È un progetto che
ha al centro i beni culturali, la loro narrazione e
valorizzazione. È il frutto della collaborazione di tante
università e realtà locali e anche questo è un importante
risultato. Venezia è il luogo giusto per questo progetto perché
i temi sono la sostenibilità, l'interdisciplinarità, la
partecipazione cittadina, l'internazionalizzazione. I beni
culturali sono il nostro futuro, sono ciò che all'estero più
viene apprezzato del nostro Paese e ciò che dobbiamo saper
valorizzare e diffondere". Per Lippiello il Pnrr "è una grande
sfida ma anche una grande responsabilità per tutti noi,
università comprese: per la prima volta gli atenei sono chiamati
a svolgere un ruolo civile, sviluppando una ricerca funzionale
alla crescita del nostro Paese".
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