(ANSA) - CASERTA, 30 MAR - Un centro per persone affette da
autismo, una casa per l'ascolto delle donne vittime di violenza
e una struttura per le famiglie meno abbienti o che comunque
vivono situazioni di disagio sociale. Sono i tre progetti
approvati dalla giunta comunale di Caserta, guidata da Carlo
Marino, su proposta dell'assessora Emilianna Credentino, che
puntano al recupero e alla valorizzazione di beni confiscati
alla criminalità organizzata, attraverso i finanziamenti
previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le
proposte progettuali parteciperanno all' Avviso pubblico
dell'Agenzia per la Coesione Territoriale. In particolare c'è il
progetto "GLOBALHOMEcare verso l'Autonomia", destinato a persone
con disabilità riferite al disturbo dello spettro dell'autismo
con diversi profili di autosufficienza, che sarà realizzato in
un immobile di via Francesco II di Borbone, nella storica
frazione collinare della Vaccheria, per un importo complessivo
di 1,3 milioni di euro (1.380.786,78 euro): si prevedono lavori
per il miglioramento sismico, l'efficientamento energetico, la
manutenzione straordinaria e il superamento delle barriere
architettoniche. In un immobile di via Sant'Antonio da Padova,
il Comune punta invece a realizzare un "Centro Antiviolenza"
(CAV) per le donne vittime di maltrattamenti; si chiamerà "Casa
Rifugio ad indirizzo segreto" e per realizzarlo è stata avanzata
richiesta di finanziamento di oltre 440 mila euro (447.578,11
euro). Il progetto è destinato all'accoglienza e all'ascolto di
donne, con o senza minori, maltrattate fisicamente e
psicologicamente e persegue la finalità di offrire sostegno e
tutela alle donne costruendo insieme a loro un percorso di
uscita dallo stato di violenza subito. In piazza Aldo Moro,
infine, il Comune intende realizzare un "Centro per la famiglia"
- finanziamento per 160mila euro - destinato a neo genitori, a
famiglie in fasi delicate del ciclo vitale o a rischio di
esclusione sociale, a famiglie monoparentali, omogenitoriali,
immigrate, a famiglie con figli adolescenti, a genitori in fase
di separazione e genitori separati o in fase di divorzio, a
minori appartenenti a famiglie a rischio sociale e psicologico.
(ANSA).