(ANSA) - CROTONE, 26 GEN - Aumentano di 157 unità, il doppio
rispetto all'anno precedente, nonostante la forte crisi economia
causata dall'emergenza sanitaria Covid, le imprese della
provincia crotonese nell'anno 2020. E' quanto emerge dai dati
sulla demografia delle imprese elaborati dall'ufficio studi
della Camera di commercio di Crotone e relativi a iscrizioni,
cessazioni e variazioni.
Da gennaio a dicembre 2020, a fronte di 805 nuove iscrizioni
- riporta l'analisi - sono state denunciate 648 cessazioni che
hanno portato lo stock complessivo di imprese a 18.050. Il tasso
di crescita rilevato nella provincia di Crotone si attesta aa un
+0.87%, dato superiore a quello registrato in Calabria (0,49%) e
nel territorio nazionale (-0,25%). L'analisi dell'andamento dei
tassi di sviluppo per settore di attività evidenzia che a
contribuire maggiormente alla positività dei dati relativi al
2020, oltre alle imprese non classificate (14,99%) è stato
soprattutto il settore Attività finanziarie e assicurative
(3,65%), Noleggio, agenzie viaggio, servizi alle imprese (2,51%)
e Attività professionali, scientifiche e tecniche (2,45%).
Inoltre, si evidenzia la sofferenza di alcuni settori,
penalizzati dalle restrizioni imposte per fronteggiare
l'emergenza sanitaria Covid 19; in valori assoluti, spiccano i
saldi negativi di Agricoltura, silvicoltura e pesca (-23
imprese), Commercio ingrosso e dettaglio (-19 imprese) e
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-14 imprese).
La forma giuridica predominante rimane quella della ditta
individuale, che guadagna in questo trimestre ben 58 imprese
iscritte, attestandosi a 12.190 registrazioni con un tasso di
crescita pari a 0,48%. Registrano un tasso positivo anche le
società di capitale (2,96%) e altre forme giuridiche (0,97%)
mentre registra con un tasso negativo le società di persone
(-1,17%). Il tessuto economico provinciale, al terzo trimestre
2020 risulta, pertanto, formato per il 67,53% da ditte
individuali, per il 21,08% da società di capitali, per l'8,50%
da società di persone e per il restante 2,89% da imprese con
altra forma giuridica.
"Le numerose cessazioni registrate nel corso del 2020 -
afferma il Commissario straordinario dell'ente, Alfio Pugliese -
sono state superate dal numero delle iscrizioni e ciò potrebbe
derivare dal fatto che, nel nostro territorio, l'autoimpiego
viene considerata come un'alternativa all'assenza di
occupazione. Le dinamiche occupazionali sono complesse ed è
difficile stimare per ogni saracinesca abbassata quante persone
rimangono disoccupate e quante decidono di tentare l'ultima
alternativa dell'imprenditorialità. Ecco perché il dato elevato
delle nuove iscrizioni che ha sempre caratterizzato la nostra
provincia non deve farci illudere, in quanto spesso seguito da
numerose repentine cancellazioni". (ANSA).