(ANSA) - BOLOGNA, 14 LUG - Unioncamere Emilia-Romagna
prevede "una contrazione economica senza precedenti per
intensità e impatto" a causa della pandemia, con tempi lunghi
per la ripartenza delle filiere produttive, che richiederà un
impegno straordinario. Notevole il rallentamento della dinamica
produttiva delle piccole e medie imprese dell'industria in senso
stretto della regione, che si riduce del 10,4% rispetto
all'analogo periodo del 2019, trasformando il calo del trimestre
precedente (-1,5%) in un crollo.
L'indagine congiunturale sul primo trimestre 2020, realizzata
in collaborazione con Intesa San Paolo e Confindustria
Emilia-Romagna, mostra evidenti segnali di drastico calo per
produzione, fatturato e ordini, indice di una tendenza già molto
negativa ma destinata ad essere fortemente accentuata nelle
prossime rilevazioni. L'attività è in arretramento in tutti i
settori: l'industria alimentare riduce il fatturato del 2,8%, il
sistema moda è crollato (-17,9%), in difficoltà anche
l'industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche con un
fatturato complessivo ridotto del 12,1%. Le esportazioni sono
risultate pari a circa 15.188 milioni di euro, con una flessione
del 2,2% (nel primo trimestre 2019 crescevano del 4,6%): il
segno rosso è generalizzato, con l'eccezione di alcuni settori
che hanno invece ottenuto incrementi, dall'industria del tabacco
a quella farmaceutica. L'occupazione dell'industria ha chiuso il
trimestre con un deciso passo indietro a quota 524.486 (-4,6%),
con una perdita di oltre 25mila unità, interrompendo una
precedente serie positiva in corso da otto trimestri.
"L'indagine - commenta il presidente di Unioncamere E-R,
Alberto Zambianchi - mette a fuoco i primi effetti dell'impatto
del Covid-19 ed evidenzia quella che sarà una contrazione
economica senza precedenti. L'impatto della crisi, di intensità
e rapidità straordinarie, determinerà la chiusura di molte
imprese, con forti perdite per lavoro, redditi e consumi. La
ripresa necessiterà di tempi lunghi".
La pandemia ha avuto impatti evidenti anche sul mercato del
credito - sottolinea Intesa San Paolo - inducendo un aumento dei
prestiti alle imprese e un rallentamento di quelli alle
famiglie: in Emilia-Romagna sono state oltre 75mila le richieste
di prestiti garantiti dal Fondo centrale per le Pmi, per un
importo di quasi 5 miliardi, di cui 1,3 miliardi per operazioni
fino a 30mila euro. "Siamo di fronte alla più pesante recessione
economica dal dopoguerra", commenta il presidente di
Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari. "Il rilancio
dell'economia parte dalla capacità di progettare e spendere bene
le ingenti risorse che avremo a disposizione. Auspichiamo che si
trovi velocemente un accordo sul Recovery Fund e sul quadro
finanziario europeo, in modo che Stati e Regioni possano
programmare in tempi rapidi le politiche di sostegno ai
territori. In questa fase alleggerire la burocrazia deve essere
una delle principali priorità dei Governi a tutti i livelli".
(ANSA).