(ANSA) - PALERMO, 01 AGO - La Birra Messina torna nei bar.
Non solo sui banconi siciliani ma potenzialmente, grazie all'on
line, su quelli di tutto il mondo. Per rilanciare la birra
artigianale di Messina, realizzata con un'arte che i mastri
birrai si tramandano da generazioni, la nuova proprietà ha
scelto infatti l'e-commerce accanto ai canali tradizionali di
vendita.
Dopo cinque anni di buio e cassa integrazione, nella città
dello Stretto, riparte la produzione grazie alla tenacia di 15
operai mastri birrai, rimasti senza lavoro nel 2011, che hanno
vinto una scommessa. Sono diventati imprenditori di loro stessi,
creato una cooperativa con il loro Tfr, ricercato canali di
finanziamento, elaborato un piano industriale da 3,2 milioni di
euro e dopo un accordo con la Regione sono riusciti a ottenere
in concessione i terreni dove collocare gli impianti. A Messina
il birrificio ha riaperto ieri. In 3 mila hanno preso parte
all'inaugurazione e tra lacrime e commozione, gli operai quasi
non ci credevano. Da metà settembre la 'loro birra' sarà di
nuovo sul mercato con le etichette Birra dello Stretto, Doc 15 e
Cruda 15.
Nella città dello stretto, dove i disoccupati sono oltre il
30%, la produzione di birra risale al 1923, allora fabbrica era
di proprietà della famiglia Lo Presti-Faranda, che l'aveva
fondata. Poi nel 1988 è cominciata l'era della Dreher spa di
Milano, poi divenuta Heineken Italia. Nel 1999 lo stabilimento
comincia ad essere utilizzato solo come impianto di
imbottigliamento, nonostante producesse circa 500.000 ettolitri
di birra l'anno, gran parte dei quali destinati al mercato
siciliano. Otto anni dopo comincia la crisi. Heineken dice addio
alla Sicilia. E poco dopo anche il progetto di alcuni
imprenditori che avevano rilevato la fabbrica e i 41 operai per
produrre la birra Triscele fallisce.
"Cinque anni fa - racconta il neo presidente della coop
Birrificio Messina, Mimmo Sorrenti, 58 anni, siamo rimasti senza
lavoro, sono cominciate le proteste. Solo 15 lavoratori hanno
deciso di creare la Coop e tornare a produrre, investendo 600
mila euro: il nostro Tfr. A Messina - aggiunge - non c'è lavoro
per i giovani, chi perde il lavoro a 50 anni non ha futuro.
L'unica risorsa era l'esperienza. Il mestiere di mastro birraio
qui si tramanda da generazioni. Questo percorso è stato
possibile grazie alla nostra tenacia, al sostegno del sindacato,
delle istituzioni e di un cartello di finanziatori siamo
riusciti a mettere in piedi il piano industriale. Da settembre
produrremo birra di qualità e già abbiamo ricevuto ordini da
ogni parte del mondo: dalla Tunisia all'Inghilterra".
Il birrificio oggi sorge all'interno di due capannoni
dell'area industriale di Messina. La Regione li ha concessi in
affitto alla Coop con alcune agevolazioni e nel 2021 diventerà
di proprietà degli operai. "Questo percorso è cominciato tre
anni fa, è stato possibile grazie ai lavoratori e al sostegno
del governo - dice l'assessore alle Attività produttive,
Mariella Lo Bello - Centra un obiettivo, che significa recupero
di una tradizione, di posti di lavoro e di economia
siciliana".(ANSA).
Nuova vita Birra Messina,riapre fabbrica
Nuova proprietà a 15 Mastri birrai, aprono coop con i loro Tfr
