(ANSA) - NAPOLI, 11 NOV - Nuove tecnologie, consumo
multicanale, necessità da parte dei commercianti singoli a
unirsi in reti per poter sopravvivere ai nuovi modelli. Sono
tante le sfide per il futuro del settore del franchising su cui
si è riflettuto oggi a Napoli nell'Assemblea Pubblica di
Assofranchising, l'associazione storica di rappresentanza
(fondata nel 1971) di categoria che raccoglie circa 160
associati italiani e che si prepara a lanciare la sua prima
fiera, il Franchising & Retail Expo, in programma a Bologna dal
28 al 30 aprile prossimi.
Il settore parte dai dati positivi che parlano di una tenuta
negli anni della crisi dopo una crescita tumultuosa negli anni
precedenti. "L'anno in cui si ritiene che sia nato il
franchising - spiega il presidente di Assofranchising e
vicepresidente nazionale di Confcommercio, Graziano Fiorelli - è
il 1930 quando un'azienda tessile francese lanciò una serie di
negozi indipendenti ma con unico marchio, creando una rete di
vendita senza fare un grosso investimento".
Il boom c'è stato però dagli anni '70: nel 1989 i franchisor
in Italia erano 210 e i franchisee poco più di 10.000 ma già
dieci anni dopo i franchisor erano 586 e i negozi 28.000,
aumentati quindi di quasi il 300 per cento. La crescita è
proseguita anche dal '99 al 2007 (franchisor +58%, franchsisee
+87%) prima del rallentamento negli anni della crisi durante cui
il settore non ha però perso numeri.
Il futuro è inevitabilmente in crescita visto che in Italia
l'incidenza dei negozi in franchising sul totale è del 7%,
mentre Francia e Germania sono sopra il 10% e gli Usa
addirittura al 30%. Sarà il mercato a portare molti negozi
tradizionali a cambiare volto. "In Italia - spiega Fiorelli - ci
sono 550.000 commercianti indipendenti che, per la crescita
impetuosa dell'e-commerce e l'impossibilità di contare su
economie di scala, avranno enormi difficoltà a resistere sul
mercato da soli. Servirà quindi creare delle reti come quelle
del franchising. In particolare le seconde generazioni di
commercianti sono molto interessati a questo tipo di reti".
E i numeri sottolineano il profilo giovane di coloro che
entrano nel settore. I circa 50.000 punti vendita in franchising
in Italia, sono per il 26% di persone di età tra i 25 e i 35
anni e per il 56% tra i 36 e i 45 anni: l'82% degli imprenditori
sono quindi tra i 25 e i 45 anni. Alto anche il tasso di
imprenditoria femminile: il 38% degli imprenditori del settore è
donna.
Una delle nuove sfide per il settore è l'acquisto
multicanale. "Il consumatore - spiega Fiorelli - diventerà
multicanale: può accadere che veda un prodotto online e poi vada
nel negozio a cercare quel preciso prodotto, oppure che vada
prima nel negozio, lo provi, esca e lo compri online. Il futuro
è anche questo come dimostra Amazon che si sta preparando ad
aprire un grande negozio a Seattle". (ANSA).
Franchising cresce con Hi tech
Fiorelli: franchsing motore di rilancio del commercio italiano
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