(ANSA) - RIMINI, 5 MAG - Cambia in Italia come in tutta
Europa l'economia della notte: se prima ad imperare erano solo
le discoteche, ora guadagnano punti anche altri luoghi dedicati
al divertimento e al ballo, dalle spiagge alle ville private,
fino alle masserie. Discoteche e locali da ballo classici
mantengono comunque il loro ruolo di richiamo dei flussi
turistici, soprattutto dall'estero.
Nell'82,4% dei casi, ha calcolato un'indagine della Fipe (la
Federazione dei pubblici esercizi) il ruolo e la presenza di
discoteche e locali notturni è centrale nella scelta dei
turisti, tanto che circa il 60% del fatturato di questi locali
deriva da clienti non residenti sul territorio. Un indotto che,
per le sole località di vacanza, vale quasi 5,5 miliardi di
euro. Il comparto è uno di quelli analizzati nell'ambito di
Music Inside, la fiera dedicata alla musica a 360 gradi in
programma dal 7 al 9 maggio nel quartiere fieristico di Rimini.
Sempre secondo i dati Fipe sono 29 milioni gli italiani che più
volte l'anno frequentano locali notturni, mentre 16 milioni li
frequentano ogni settimana.
Ma l'economia della notte non è solo discoteca: ci sono
anche, e pesano in maniera rilevante e crescente, bar,
ristoranti e locali pubblici aperti tutta la notte, e poi cinema
e teatri, centri benessere. Un complesso che fattura più di 70
miliardi di euro all'anno e dà lavoro, in maniera stabile o
temporanea, a circa 1,5 milioni di persone.
Un altro settore in mostra a Rimini è quello della musica dal
vivo, che dal 2014 ha registrato una crescita di oltre il 10%,
sia in termini di nuove aperture che di pubblico. Lo dice
un'indagine di KeepOn, il circuito dei live club italiani,
composto da 279 locali. Il report 2016 conferma i dati forniti
a gennaio 2015 da Italia Creativa, lo studio sull'industria
dello spettacolo italiana elaborato da Ernst and Young su
commissione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo. Prendendo in esame gli anni 2012, 2013 e 2014,
aveva stimato in 46,8 miliardi di euro l'utile prodotto
dall'intero settore delle arti (il 2,9% del Pil nazionale). Il
50% di questo 'tesoretto' è rappresentato proprio dai ricavi da
concerti, attività di ballo e performance musicali in genere
(quasi 2,9 miliardi).
Anche una ricerca del Cerved, commissionata da Assomusica,
ha evidenziato la crescita di un settore che nel 2015 ha
registrato un fatturato di 690 milioni di euro (+7,8 % rispetto
all'anno precedente) e una previsione stimata per il 2016 di 750
milioni, con una nuova crescita dell'8,7%. Considerevoli,
infine, i dati sull'occupazione: su un campione di 204 imprese
si registrano 1.600 unità. Prendendo in considerazione le 68
imprese di servizi, i numeri sono molto più alti: 2600 addetti.
(ANSA).