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Bici lanciata dai Murazzi, 16 anni all'imputato maggiorenne

Bici lanciata dai Murazzi, 16 anni all'imputato maggiorenne

Niente attenuanti. L'imputato: 'Non farò ricorso'

TORINO, 04 febbraio 2025, 21:20

di Mauro Barletta

ANSACheck
I carabinieri effettuano dei controlli ai Murazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

I carabinieri effettuano dei controlli ai Murazzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sedici anni di carcere per tentato omicidio. E senza attenuanti. Così oggi il gup Odilia Meroni ha ridisegnato la condanna per Victor Ulinici, uno dei cinque giovani imputati per il caso del lancio della bici sul lungo fiume dei Murazzi di Torino che, una sera di gennaio del 2023, ferì in maniera gravissima uno studente palermitano, Mauro Glorioso.

Troppo pochi sono stati considerati per i giudici i 10 anni e 8 mesi che, al termine di un rito abbreviato, gli erano stati inflitti nel 2024: la Cassazione, interpellata "per salto" dalla procura, cioè senza passare dal grado d'appello, aveva annullato la prima sentenza e ordinato un nuovo passaggio in tribunale perché venisse rivalutata la concessione delle attenuanti generiche. Che adesso sono sparite.

Glorioso era sul lungo fiume dei Murazzi con gli amici in attesa di entrare in un locale quando fu colpito da una pesante bici elettrica lasciata cadere dall'alto dell'argine: i medici gli salvarono la vita ma non furono in grado di impedire che restasse tetraplegico.

Nel giro di un paio di settimane i carabinieri arrestarono gli autori del fatto: tre ragazzi e due ragazze del quartiere popolare di Borgo Vittoria che quel giorno stavano bighellonando per il centro.


Fin dai primi passi l'inchiesta cristallizzò la totale inesistenza di un movente vero e proprio per sottolineare la portata della tragedia: "il reato commesso - scrissero i giudici del tribunale del riesame per motivare il "no" alle scarcerazioni - è di enorme gravità e il fatto che sia stato posto in essere senza un reale motivo (perché ubriachi, per passare la serata, per goliardia, per noia) rende l'azione ancora più allarmante", sottolinearono i giudici.

In seguito le parole di scusa arrivate dai cinque ragazzi sono state bollate dai magistrati come vaghe, formali, e considerate quindi come il sintomo di una consapevolezza non ancora raggiunta. La differenza, in termini di pena, l'ha fatta l'età. I tre minorenni sono stati condannati a 9 anni e 6 mesi, nove anni e 4 mesi e 6 anni e 8 mesi.

Ulinici, appena 18enne, ha dovuto affrontare il processo davanti al tribunale ordinario così come Sara Cherici, la più grandicella della comitiva, che non fu tra quelli che lanciarono la bici ma non fece nulla per fermarli e scappò con gli altri del gruppo.

Lo scorso 9 gennaio la ragazza si è sentita infliggere 16 anni di reclusione esattamente come Ulinici: se avesse scelto l'abbreviato avrebbe ottenuto lo sconto automatico di un terzo.

"In una vicenda che ha avuto conseguenze così tragiche - ha commentato oggi l'avvocato della famiglia Glorioso, Simona Grabbi - non è possibile gioire. E' una pena alta, tanto alta per un ragazzo di questa età, ma è in linea con la gravità del fatto e le sue conseguenze".

Nelle carte del processo Victor è stato descritto come "il leader" del gruppetto. La Cassazione non ha risparmiato i richiami ai suoi precedenti guai con la giustizia minorile. In aula ha chiesto scusa molte volte. E oggi ha detto al suo difensore, Wilmer Perga, che accetta la decisione e che non intende ricorrere contro la sentenza. 

 

la famiglia di Glorioso farà causa al Comune

 La famiglia di Mauro Glorioso, lo studente palermitano di 23 anni rimasto gravemente ferito dopo il lancio di una bicicletta elettrica dalla balaustra dei Murazzi di Torino, farà causa al Comune perché nonostante l'area fosse pericolosa nulla era stato fatto per metterla in sicurezza. Ad annunciarlo è il padre di Mauro, Giuseppe Glorioso, ai microfoni della Rai Tgr, nel giorno in cui Victor Ulinici, uno dei cinque imputati per la vicenda, è stato condannato dalla corte d'appello di Torino a 16 anni di reclusione per tentato omicidio.

La decisione della famiglia di procedere con una causa civile nasce dal fatto che secondo Giuseppe Glorioso la Città di Torino da anni sapeva che quella zona era pericolosa per il lancio di oggetti.

"I Murazzi era un luogo già noto al comune di essere una zona a rischio, erano previsti piani d'intervento di messa in sicurezza. Se fossero stati messi in atto oggi Mauro non si troverebbe nelle condizioni in cui si trova", ha detto Giuseppe Glorioso.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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