Il movimento No Tav annuncia, in
una nota, che i proprietari dei terreni espropriati negli scorsi
giorni a San Giuliano (Torino), in Val di Susa, dove è previsto
uno dei cantieri della Torino-Lione, "adiranno le vie legali
perché ritengono che quel terreno, trasformato in fortino
militare, sia ancora legittimamente in loro possesso e
utilizzabile".
"I proprietari non riconoscono la validità della procedura di
esproprio e per questo, salvo una piccola delegazione decisa
insieme, non si sono presentati - affermano i No Tav - Prima
ancora che le procedure di esproprio fossero terminate e quindi
in pieno diritto di stare nella loro proprietà, a notte fonda,
qualche centinaio di persone che erano presenti in loco, sono
state attaccate con sproporzionata violenza e cacciate dai loro
terreni a colpi di lacrimogeni - aggiungono - . Tutta la zona è
stata militarizzata ed è stata chiusa la statale per diversi
giorni causando disagi fortissimi alla popolazione".
"Possiamo pensarla come si vuole su Tav, ma cedere di fronte
al sopruso vorrebbe dire rinunciare alla propria dignità e alla
propria libertà di autodeterminazione", concludono dal movimento
valsusino.
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