Con un ritardo di una settimana è
partita anche nel Torinese la trebbiatura del grano. Il clima di
giugno piovoso e fresco, con temperature al di sotto della
media, ha rallentato la maturazione e ha provocato un calo della
produzione con una perdita complessiva stimabile intorno al 20%.
Ma i coltivatori denunciano perdite con punte del 70-80% nelle
zone più colpite dalle violente tempeste che si sono susseguite
a ritmo di due a settimana.
Nelle zone che sono state risparmiate dalle tempeste di vento e
grandine sono comunque state colpite da continue precipitazioni
con grandi volumi di acqua scaricati a terra che hanno mantenuto
i terreni impregnati e spesso allagati favorendo marciumi e
asfissie delle piante o rallentando la crescita.
"Per fortuna - osserva il presidente di Coldiretti Torino,
Bruno Mecca Cici - sembra scongiurato il pericolo muffe. Le
notizie che riceviamo in questo inizio di raccolto parlano di un
grano che rispetta i parametri di legge. Ma il calo della
produzione è evidente".
Nel Torinese sono coltivati a grano tener oltre 20.200 ettari
con una produzione annua di 101mila tonnellate e un valore della
produzione di oltre 22milioni di euro con 3.900 aziende
cerealicole impegnate e oltre 15mila addetti solo nella
coltivazione. "Produrre a casa nostra l'alimento più consumato
al mondo è sempre più strategico - aggiunge Cici - Dobbiamo
assolutamente scongiurare un abbandono della produzione dei
cereali da parte dei nostri agricoltori che devono percepire un
equo compenso per il loro prodotto ed essere supportati
nell'affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un tema,
questo, che deve essere prioritario nell'azione della nuova
giunta regionale del Piemonte".
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