La Coldiretti di Cuneo combatte la
cimice asiatica con il rilascio di 72mila insetti antagonisti:
esemplari di Anastatus Bifasciatus allevato da una biofabbrica
italiana, predatore delle cimici sia indigene che asiatiche.
L'operazione, che permette di raggiungere il risultato senza
l'impiego di chimica, è la più estesa in Italia.
La lotta biologica nella Granda ha interessato il
Monregalese, il Cebano, il Fossanese, il Saluzzese, l'Albese e
il Braidese, in aree attentamente selezionate dai tecnici della
Coldiretti a seguito del monitoraggio dei cicli biologici delle
cimici, unito alla ponderazione delle condizioni climatiche e
del terreno. L'intervento ha riguardato 76 aziende attive
soprattutto nella coltivazione delle nocciole, operanti in 37
Comuni, anche nelle province di Torino e Alessandria.
"L'intervento - spiega Franco Ramello, capo area
tecnico-economica della Coldiretti di Cuneo - fa seguito alla
sperimentazione avviata alcuni anni fa in Alta Langa, dove le
aziende corilicole hanno adottato integralmente la lotta
biologica, eliminando i trattamenti chimici. Il primo rilascio
in campo di Anastatus Bifasciatus in Italia risale al 2019. Lo
eseguì Coldiretti Cuneo con l'Università di Torino in un
noccioleto a Cherasco, nell'ambito di un progetto della
Fondazione Crc".
"L'assistenza quotidiana dei nostri tecnici agli agricoltori
- sottolinea il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada - è
basilare per la diffusione di metodi sostenibili, che consentono
di salvaguardare la qualità delle produzioni e garantire
prodotti sani". L'obiettivo è ridurre al minimo senza uso di
prodotti fitosanitari i danni da cimice asiatica, che "da anni
desta grande apprensione tra gli agricoltori del settore
corilicolo, ma anche tra quelli del comparto cerealicolo,
ortofrutticolo, florovivaistico e vitivinicolo, senza
dimenticare i legumi e i castagneti".
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