"Pur continuando a sostenere di
avere operato sempre correttamente nell'interesse dell'azienda
ho deciso di rinunciare all'impugnazione". Antonio Massa, l'ex
caposcorta di Rfi, accusato di omicidio colposo plurimo e
disastro ferroviario per la morte di cinque operai travolti sui
binari a Brandizzo (Torino), nella notte fra il 30 e il 31
agosto scorso, ha deciso di mollare e di non cercare di
riprendersi il proprio lavoro. Lo scrive in una lettera inviata
alla Filt Cgil, riportata dal quotidiano La Stampa. Il sindacato
e gli aveva offerto supporto legale, dopo che aveva deciso di
presentare ricorso, ma da circa un mese l'ex ferroviere lavora
come fattorino in una piccola cooperativa di Leinì (Torino), che
collabora con la Fercam.
"Ormai tanti ex colleghi si sono dimenticati di me. Ho
lavorato orgogliosamente e con passione per Rfi - prosegue la
lettera - per ben diciassette anni. Posso dire di essere
cresciuto all'interno dell'azienda per la quale ho prestato
servizio a partire dal 2006. Ho sempre operato con la massima
professionalità e diligenza, raggiungendo e mettendo a
disposizione un livello di competenza altissimo. Rfi ha deciso,
prima ancora che il procedimento penale arrivi a giudizio,
dunque ben lungi dall'essere definitivamente concluso, di
interrompere un rapporto lavorativo così profondamente radicato.
Questo aspetto è per me profondamente doloroso".
"L'azienda ha usato due pesi e due misure" commenta Giuseppe
Santomauro della Filt Cgil Piemonte, come riporta il quotidiano.
"Non riesco - prosegue nella sua lettera Massa - a superare il
dramma di quella maledetta notte. Sto cercando di fare percorsi
psicologici, mi aggrappo a quello che posso, alla buona
coscienza e alla fede. Sono credente e so che loro dall'alto
sanno come sono andate le cose, e sanno che mi sono comportato
con prudenza e diligenza". Il suo avvocato, Antonio Maria
Borello, aggiunge: "Ha deciso di chiudere un capitolo doloroso
della sua vita".
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