I carabinieri del comando
provinciale di Torino, in aggiunta agli incontri con gli alunni
svolti durante l'anno scolastico nelle scuole del Piemonte e
della Valle d'Aosta al convitto nazionale Umberto I di Torino,
quest'anno hanno sperimentato il coinvolgimento anche dei
genitori. In orario serale due ufficiali dell'Arma, di cui uno
psicologo, hanno potuto colloquiare su temi quali il bullismo,
il cyber-bullismo e l'uso di sostanze stupefacenti, per
riflettere non solo sulla fenomenologia delle condotte devianti
ma anche, e soprattutto, sulla loro origine.
"Nel percorso di formazione della cultura della legalità, il
coinvolgimento dei genitori, attraverso un confronto
costruttivo, come quello realizzato con l'Arma dei carabinieri,
è di importanza fondamentale in quanto il messaggio educativo
della scuola deve trovare continuità all'interno della famiglia"
ha sottolineato Tecla Riverso, dirigente dell'ufficio scolastico
regionale per il Piemonte, ambito territoriale di Torino.
"L'educazione alla legalità costituisce oggi una delle sfide
educative più importanti e si pone come obiettivo principale
quello di formare cittadini consapevoli. È un processo continuo
e collaborativo che richiede l'impegno di tutta la comunità
educante" ha aggiunto Maria Teresa Furci, rettrice del convitto
nazionale Umberto I. "L'Arma sostiene fortemente il percorso di
formazioni dei cittadini del futuro, conscia del fatto che la
prevenzione dei fenomeni di devianza, anche nelle forme di più
gravi, parta, in primis, dal contributo educativo delle famiglie
e, poi, da quello delle Istituzioni anche scolastiche" ha
commentato il generale di brigata Antonio Di Stasio, comandante
della legione carabinieri Piemonte e Valle d'Aosta
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